La città ideale :Luigi Lo Cascio e l’esordio alla regia

la citta ideale luigi lo cascioStamattina alla Casa del Cinema di Roma è stato presentato alla stampa La città ideale, esordio alla regia di Luigi Lo Cascio. Con lui in sala era presente la protagonista femminile Catrinel Marlon, Aida Burruano e il produttore Angelo Barbagallo. Il film, nei cinema dall’11 aprile, è distribuito in Italia dall’Istituto Luce-Cinecittà.

 

D: Alla Settimana Internazionale della Critica di Venezia il suo film è stato definito un “thriller morale”. Lei che ne pensa?

LUIGI LO CASCIO

R: In effetti il film ha la fisionomia di un thriller o di un giallo, è il genere cui si avvicina di più. Per quanto riguarda invece il termine <<morale>>, la ricerca della verità per gli altri qui è il pretesto per la ricerca di una verità personale: il protagonista è portato a capire qualcosa di sé. Quindi l’aggettivo <<morale>> va concepito nel senso di una ricerca “etica” che il mio personaggio fa su se stesso.

D: Come le è venuta l’idea del film? Ha tratto spunto dalla cronaca attuale?

R: Voglio precisare che a me il discorso giudiziario non interessa, non c’è nessun attacco alla magistratura, anzi. Il contorno giudiziario è stato scelto perché è un ambito in cui c’è una ricerca pressante della verità. Mi interessava vedere come è difficile che eventi così inverosimili possano apparire ragionevoli e credibili per gli altri.

D: Sembra che nella sua storia ci siano molte influenze di Kafka…

R: Sicuramente Kafka è un autore a me molto caro, di mi interessano anzitutto le atmosfere. Ne “Il Processo” già dalle prime pagine si sprofonda in un incubo. Ma ho tratto spunto anche dai suoi “Diari” e dai suoi “Aforismi”: in lui c’è costantemente il tema della ricerca della verità. C’è un aforisma in cui si dice: <<l’uomo è legato ad una catena>>, però questa catena è molto lunga e ci si può muovere…se poi però si va oltre, se si va troppo avanti, questa catena inizia a farsi sentire. Ecco, a me interessava il tema dell’eccesso.

la citta ideale posterD: Perché ha scelto proprio Siena come set del film?

R: A Siena c’è la sensazione di tornare in una città a misura d’uomo, una città che si può percorrere tutta a piedi e che è divisa in contrade. È una città che ha un teatro nel proprio Palazzo Comunale: di quanti posti si può dire lo stesso? Ha tutta una serie di aspetti, di forme, di archetipi che anche in momenti di difficoltà non vengono cancellati.

D: Non c’è in fondo anche una forma di critica/presa in giro dell’ecologismo del protagonista?

R: Nell’ecologismo qui il tema della verità si unisce a quello della purezza, che però crea un distacco rispetto al resto della comunità. Qui siamo di fronte all’ideale che divide dagli altri anziché avvicinare.

L’ecologismo di Michele è talmente estremo che egli è contrario anche allo sviluppo sostenibile, perché è contro il progresso: infatti per lui anche il progresso contiene in sé l’idea di inquinamento.

D: Com’è stato vedere suo figlio davanti alla macchina da presa? Ha scoperto qualcosa di nuovo su di lui?

AIDA BURRUANO

R: Ad essere sincera, ero molto preoccupata quando seppi che voleva fare la regia di un film, perché Luigi di natura è molto disordinato. Invece davanti alla macchina da presa mi sono trovata di fronte ad un’altra persona: metodica, precisa, ordinata, attenta ad ogni dettaglio.

D: Com’è stato essere insieme regista e attore e non dover avere un occhio esterno che la dirigesse? Le è venuta subito l’idea di rivestire entrambi i ruoli?

LUIGI LO CASCIO

R: All’inizio non pensavo affatto a me per la parte di Michele. Quando poi ho parlato con Angelo (il produttore, ndr), lui mi ha detto <<ma perché non lo fai te?>> .

È stato molto utile per me il fatto di recitare: andavo sul set tranquillo che almeno una certa pratica l’avevo. E poi tutta l’attenzione e le paure si sono spostate sul baricentro recitativo. Anche se ogni inquadratura era preparata, il fatto di dover recitare ha fatto sì che tutto nascesse dalla mia relazione con gli altri personaggi.

D: Cosa ci può dire sulla frase finale del film?

R: Tornare sul finale del film per me è molto difficile, perché in realtà la domanda finale è lasciata aperta per lo spettatore, è consegnata all’occhio e alla morale di chi guarda. Comunque posso dire che secondo me Michele tornando indietro rifarebbe ciò che ha fatto, ma non come forma di automatismo che deriva dal suo essere un ecologista, bensì come azione morale vera e propria. Il film però non è un’“opera aperta”, il film si chiude: ma si chiude con una domanda.

D: Com’è stato lavorare con Lo Cascio? Come vi siete conosciuti?

CATRINEL MARLON

R: Ho fatto il provino a Roma, il mio primo provino importante alla Fabiola Banzi Casting. Mi ha interessato il racconto del film, del personaggio di questa ragazza che disegna cose un po’ macabre. Lavorare con Luigi è stato molto bello, dato il suo spessore come attore e come regista. È come nel tennis: qundo il maestro ti dà la palla bene, tu la restituisci allo stesso modo.

LUIGI LO CASCIO

R: Lei rappresenta in un certo senso la diversità rispetto al protagonista – è straniera, alta, giovane…è un po’ una figura che mette in crisi il mio personaggio e lo mette di fronte a se stesso.

D: Pensa di tornare alla regia? Ha già in mente qualche progetto?

LUIGI LO CASCIO

R: In realtà io non pensavo proprio di fare della regia, ci sono molte difficoltà e responsabilità. Ma è stato bello perché mi ha dato la possibilità di fare qualcosa di personale, qualcosa che ho scritto io; in questo senso mi piacerebbe ripetere l’esperienza.

La nostra intervista al regista:

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Ilaria Tabet
Laureata alla specialistica Dams di RomaTre in "Studi storici, critici e teorici sul cinema e gli audiovisivi", ho frequentato il Master di giornalismo della Fondazione Internazionale Lelio Basso. Successivamente, ho svolto uno stage presso la redazione del quotidiano "Il Riformista" (con il quale collaboro saltuariamente), nel settore cultura e spettacolo. Scrivere è la mia passione, oltre al cinema, mi interesso soprattutto di letteratura, teatro e musica, di cui scrivo anche attraverso il mio blog:  www.proveculturali.wordpress.com. Alcuni dei miei film preferiti: "Hollywood party", "Schindler's list", "Non ci resta che piangere", "Il Postino", "Cyrano de Bergerac", "Amadeus"...ma l'elenco potrebbe andare avanti ancora per molto!