Roberto Faenza e la sua esperienza negli USA: la conferenza stampa di Un giorno questo dolore ti sarà utile

Il regista Roberto Faenza e lo scrittore Peter Cameron hanno incontrato ieri la stampa alla Casa del Cinema di Villa Borghese, in occasione della presentazione del film Un giorno questo dolore ti sarà utile, dal 24 febbraio nelle sale.

 

D: Da dove viene la scelta di raccontare un personaggio “atipico”?

PETER CAMERON

R: Io non credo che esistano personaggi atipici, credo che siano tutti unici, delle creature originali. Se fossi stato uno scrittore più metodico, questo sarebbe stato il primo romanzo, perché parla di maturazione, del passaggio dal mondo dell’adolescenza a quello adulto. Invece ho dovuto mettere una certa distanza tra la mia adolescenza e quello che racconto nel libro.

ROBERTO FAENZA

R: Io penso che il film sia anzitutto un ritratto molto crudele del mondo degli adulti, quello è un mondo veramente dissociato. James è invece un adolescente molto sensibile, profondo – mi sento tra l’altro io stesso molto vicino a questo ragazzo. Ho fatto i salti mortali per avere Tony Regbo, perché non lo volevano da noi, dato che non era famoso.

PETER CAMERON

D: Lei è d’accordo con la definizione che è stata data di James come di un nuovo giovane Golden?

R: No, non sono d’accordo con la “moda” di paragonarlo al romanzo. Anche se, certo, ero consapevole delle somiglianze che potevano nascere mentre scrivevo, e che ci sarebbe stata quest’ombra sul protagonista.

D: Quanto il rapporto di James con Nanette contribuisce alla sua crescita?

R: Io penso che sia molto importante, è molto diverso rispetto al rapporto che esiste tra figli e genitori: perché i nonni si sentono in qualche modo meno responsabili e meno coinvolti, e quindi il rapporto può essere più rilassato, con meno pressioni.

ROBERTO FAENZA

D: Alla fine James riesce in qualche modo ad uscire dalla propria solitudine, affrontando la vita in maniera diversa. I personaggi di contorno, invece, sembrano rimanere intrappolati nella loro grettezza, nei loro schemi e non seguono l’evoluzione del protagonista…

R: In realtà James non si “evolve”, non cambia molto, semplicemente diventa consapevole di quello che è: ma non sappiamo come sarà il futuro di James. Per quanto riguarda gli adulti, anche qui lasciamo un po’ aperta la questione.

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Ilaria Tabet
Laureata alla specialistica Dams di RomaTre in "Studi storici, critici e teorici sul cinema e gli audiovisivi", ho frequentato il Master di giornalismo della Fondazione Internazionale Lelio Basso. Successivamente, ho svolto uno stage presso la redazione del quotidiano "Il Riformista" (con il quale collaboro saltuariamente), nel settore cultura e spettacolo. Scrivere è la mia passione, oltre al cinema, mi interesso soprattutto di letteratura, teatro e musica, di cui scrivo anche attraverso il mio blog:  www.proveculturali.wordpress.com. Alcuni dei miei film preferiti: "Hollywood party", "Schindler's list", "Non ci resta che piangere", "Il Postino", "Cyrano de Bergerac", "Amadeus"...ma l'elenco potrebbe andare avanti ancora per molto!