Silvia Brunelli: intervista alla regista de La Santa Piccola

Abbiamo chiesto alla regista di parlare del piccolo miracolo compiuto dal suo film, partito dal quartiere Sanità di Napoli e arrivato in capo al mondo.

-

Partito dalla Biennale Cinema College di Venezia, arrivato fino al  Tribeca Film Festival 2022 come unica pellicola italiana, La Santa Piccola, opera prima di Silvia Brunelli, che affronta i grandi temi della superstizione e della scoperta di sé, all’interno del Rione Sanità di Napoli, è tornato proprio in quei luoghi il 1° luglio per una proiezione speciale. In questa occasione, abbiamo raggiunto Silvia Brunelli, che ci ha raccontato il film, la sua genesi e lo straordinario percorso compiuto fino a questo momento.

Il film arriva da lontanissimo, dalla vittoria alla Biennale College e, dopo tanta strada, torna lì dove tutto è cominciato. Quali sono le emozioni che ti agitano, in questo momento?

Il regalo più grande che questo percorso mi ha dato è l’aver acquisito la consapevolezza che, ogni tanto, le imprese impossibili diventano possibili e che i sogni posso diventare qualcosa di reale. Bisogna impegnarsi e avere una gran pazienza e forza d’animo, questo è alla base di qualsiasi traguardo. Ma adesso so per certo che non esistono aspirazioni che non si possono raggiungere. La gratitudine è l’emozione più presente da quando tutto questo è iniziato.

Anche se il titolo del film si riferisce al personaggio di Annaluce, la santa piccola, sembra Lino a essere il vero centro della storia. Non si risparmia una certa dose di confusione e ambiguità, ma non sembra mai completamente perso o assoggettato, come sua madre dai “poteri” della figlia, o come Mario dai suoi “sentimenti”. Come descriveresti Lino?

Lino è un personaggio in fuga da un vuoto emotivo che non riesce a colmare. È un ragazzo che si maschera da uomo di casa, e finché ha quel ruolo è abbastanza impegnato per non pensare alla condizione in cui vive. Ma quando perde la sua quotidianità non riesce a stare con se stesso e guardarsi dentro, si abbandona ad ogni tipo di perdizione che lo aiuti a non pensare e a colmare l’assenza delle sue due figure femminili più importanti. Lino è un personaggio tragico perché ritorna al suo punto di partenza, alla sua condizione originaria nonostante abbia fatto un viaggio esplorativo.

Silvia Brunelli sui temi principali de La Santa Piccola

Qual è secondo te il tema principale del film, considerato che il racconto è diviso in due grandi storie e che in entrambe le situazioni si avverte l’esigenza di un miracolo e di una conferma esterna?

Il film ha un unico tema, sviluppato con più linee narrative ed è il conflitto tra destino e libero arbitrio.

Quali sono state le suggestioni e i riferimenti visivi che ti hanno guidata durante la realizzazione del film?

In realtà mi sono lasciata guidare dalla storia e dagli ambienti che ci circondavano; più che suggestioni visive avevamo in mente delle reference di tono, per dare alla nostra storia quell’oscillazione tra dramma e commedia.

Arrivata a questo punto, con tanta strada alle spalle percorsa con il tuo primo film, puoi fare un bilancio di quest’esperienza?

A dirti il vero ancora non riesco a fare un vero e proprio bilancio; per certo posso dirti che non mi aspettavo tanta accoglienza, ho letto delle recensioni davvero belle e ascoltato commenti e suggestioni dal pubblico che mi hanno lasciata stupita ed emozionata. Tutto questo è un passo importante e una risposta che fa da motore.

Si dice che il secondo film sia sempre più difficile del primo, tu hai già cominciato a lavorarci?

Già abbiamo iniziato, ma siamo ancora nelle fasi iniziali. Il primo non è stato semplice, vedremo cosa succederà con il secondo.

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
- Pubblicità -

ALTRE STORIE

- Pubblicità -