Spotlight, per il reporter Walter Robinson senza l’inchiesta “la democrazia muore”

Walter Robinson, reporter del Boston Globe e membro del team Spotlight che nel 2002 ha portato alla luce gli innumerevoli casi di pedofilia coperti dalla Chiesa nell’arcidiocesi di Boston, ha arrivato a Roma per presentare Il caso Spotlight, il film diretto da Tom McCarthy e candidato a sei premi Oscar che racconta proprio questa vicenda cardine nel giornalismo investigativo e d’inchiesta.

 

Il giornalista ha subito portato all’attenzione dei presenti l’importanza del lavoro del reporter: “Il giornalismo d’inchiesta negli Stati Uniti sopravvive con un ausilio di assistenza in vita, come un malato terminale. L’avvento del web ha privato i giornali dei fondi per il giornalismo d’inchiesta e tanti posti di lavoro sono andati perduti. Gli editori, americani e in tutto il mondo, sono folli perché se chiedi ai lettori per quale motivo comprano i giornali, la risposta è il giornalismo d’inchiesta, eppure i quotidiani sono pronti a tagliare proprio in questo settore. È necessario che ci sia qualcuno che spinge le istituzioni a prendersi le responsabilità, così come il Globe ha fatto con la Chiesa. Se non lo facciamo noi, chi lo farà? Se non lo facciamo la democrazia muore, la gente non potrà più informarsi se il giornalismo d’inchiesta finirà.”

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Il cardinale all’epoca in carica a Boston, Law, si trova adesso a Roma, dismesso dai suoi compiti da papa Francesco. Se lo incontrasse ora cosa gli direbbe?

W. R.: “È qui a Roma dal 2002. Io sono l’ultimo reporter a cui Law vorrebbe parlare probabilmente.”

Walter Robinson Michael KeatonChe effetto le ha fatto vedersi sullo schermo, interpretato da Michael Keaton?

W. R.: “Sono onorato di essere qui, della vostra attenzione, sono onorato di essere stato interpretato da Michael Keaton, uno dei migliori attori in circolazione. Nel 1994 io ero caporedattore di cronaca locale al Globe e lui ha interpretato un caporedattore di cronaca locale in Cronisti d’assalto, di Ron Howard, dove è stato bravissimo nel riportare il tipo di lavoro sullo schermo, i tempi, l’ambiente di redazione. Sono stato fortunato perché lui ha colto ogni occasione per portare al cinema la mia immagine nel migliore dei modi, studiando i miei gesti, le mie movenze, la mia voce. E questo vale anche per gli altri attori che hanno interpretato in miei colleghi.”

Che riscontro può avere questo film nell’anno del Giubileo?

W. R.: “Ho grandi speranze per il Papa e per quello che sta cercando di fare. Quando è stato eletto la prima cosa che ha fatto è stata rimuovere le limousine ai cardinali, spingendoli a porre attenzione alle necessità dei fedeli. Ho speranze che papa Francesco voglia cambiare questo tipo di tendenze per convincere il clero ad occuparsi dei bisogni dei fedeli. Spero che questo diminuirà almeno il numero degli abusati. Malgrado tutto i passi di papa Francesco, c’è molto da fare. Negli USA ha lodato i vescovi che si stanno adeguando ai cambiamenti necessari, ma molti l’hanno preso come un insulto perché i vescovi, i cardinali, sono i primi a voler mantenere le cose come sono e cambierebbero opinione solo con una pistola puntata alla testa.”

Con Robinson a Roma era presenta anche Michael Keaton. Qui le sue dichiarazioni.

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