Teemu Nikki: intervista al regista di Nimby – Not in my backyard, dal Noir in Festival

Nimby - Not in my backyard film 2020

In Italia lo dovremmo conoscere da diversi anni, dal momento che è lui la mente dietro a Mental, serie Rai che nasce come remake di uno show finlandese, ma di lui si è parlato moltissimo dall’ultimo festival di Venezia, dove il suo Il Cieco che non voleva vedere Titanic ha fatto innamorare la stampa al Lido. Ora, torna in Italia con il suo ultimo film, Nimby – Not in my backyard, presentato al Noir in Festival: lui è Teemu Nikki; lo abbiamo raggiunto al telefono, ecco cosa ci ha raccontato.

 

Dopo Mental e Il Cieco, anche Nimby trova spazio in Italia, con l’esordio ad un Festival del nostro Paese, cosa la lega all’Italia?

“Prima di tutto abbiamo un distributore – risponde Teemu Nikki, con grande semplicità e onestà – e questo aiuta il dialogo, così i film arrivano in Italia. Per quanto riguarda Mental è diventato un format di successo in Italia, ma a parte questo, sembra che il pubblico italiano capisca bene il nostro lavoro, il nostro linguaggio, il modo in cui raccontiamo le cose.”

Nimby è una satira sociale, politicizzata ma non cattiva. I toni sono leggeri e a volte anche esilaranti. Che cosa era interessato a raccontare?

“Ogni volta che decido di fare un film è perché c’è un argomento che mi stuzzica e che mi fa pensare. In questo caso si trattava del tema della tolleranza, verso persone diverse, verso opinioni diverse. Quindi, all’inizio l’idea era quella di fare una commedia, nel farlo è diventata una commedia nera e ha assunto anche delle sfumature politiche. Penso che in realtà quello che volevo fare era dare al pubblico del materiale su cui riflettere. Godersi il film, sì, ma poi cercare di capire cosa aveva raccontato, è un invito a guardarsi allo specchio.”

Nelle note di regia, Teemu Nikki scrive che odia quando scopre di aver avuto un pregiudizio su qualcuno o qualcosa e che vorrebbe cambiare. Si può quindi dire che Nimby è una specie di terapia?

“Tutti i film sono una specie di terapia, ma forse la terapia sarebbe costata meno!”

Gli attori, soprattutto i giovani interpreti, offrono delle performance autentiche e molto convincenti, sono uno degli elementi di forza del film. Qual è stato il processo di casting, c’erano elementi specifici che si cercavano negli attori? 

“Per quello che riguarda l’attore che interpreta il nazista, Elias Westerberg, lo conoscevo da prima, volevo vederlo senza capelli, per questo l’ho scelto (ride)! Ma è un bravo attore e porta nel personaggio l’energia giusta. Per l’interprete di Mervi, Susanna Pukkila, non avevo mai lavorato con lei, questo è il suo primo ruolo dopo essere uscita dalla scuola di recitazione, mentre l’interprete di Kata, Almila Bagriacik, è molto famosa in Germania, non avevo mai lavorato con lei, ma quando li ho visti tutti insieme ho capito che erano giusti, avevano la giusta energia.”

Dal momento che racconta sempre le persone e la società, come sarebbe un suo film sugli ultimi due anni, con il mondo in pandemia?

“Una commedia nera! Ma a essere onesto, non lo so ancora, perché è ancora troppo presto. Stiamo ancora vivendo questo periodo, potrei parlarne in un film tra 5 anni. Ci vuole il giusto distacco”.

NIMBY – Not in my backyard arriverà su IWONDERFULL.it, la piattaforma streaming di I Wonder Pictures in collaborazione con MYmovies, e contemporaneamente nei cinema a partire dal 14 dicembre, dopo essere stato presentato in anteprima al XXXI Noir in Festival.

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