#RomaFF12: Luca Marinelli presenta Una Questione Privata dei fratelli Taviani

una questione privata conferenza stampa

Ad aprire questa seconda giornata della Festa del Cinema di Roma sono i fratelli Paolo e Vittorio Taviani con la loro ultima fatica cinematografica, Una Questione Privata, melodramma ambientato nell’Italia fascista con Luca Marinelli, Lorenzo Richelmy e Valentina Bellé.

 

Tratto dall’omonimo romanzo di Beppe Fenoglio, scrittore e partigiano morto nel 1963, quello dei Taviani è il primo film italiano della selezione ufficiale del festival, un’opera assai complessa e piena di elementi contrastanti.

In Una Questione Privata va in scena il tipico dramma da triangolo amoroso, una storia vista centinaia di volte al cinema, all’epoca però della Seconda Guerra Mondiale. Si parla infatti di amore, gelosia, tradimento e follia ma in contesto assai ingombrante. Uno dei registi, Paolo Taviani, ha spiegato perché la scelta del soggetto del film è ricaduta proprio sulla storia di Fenoglio.

“Io e mio fratello abbiamo sempre amato Beppe Fenoglio ma non eravamo mai riusciti a fare un film utilizzando una delle sue storie. Ogni volta che leggevamo qualcosa di suo e provavamo ad acquistarne i diritti, scoprivamo che qualcuno ci aveva già preceduto.

Siamo sempre arrivati tardi [ride] Anni più tardi poi mi è capitato di leggere Una Questione Privata e quelle pagine mi hanno commosso profondamente […] Così ho telefonato per cercare di acquistare subito i diritti per un film e dall’altro capo del telefono qualcuno mi ha detto che mio fratello Vittorio aveva già telefonato per lo stesso motivo“.

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Questa è la genesi di Una Questione Privata raccontata dal regista che ha anche fatto qualche precisazione riguardo l’importanza del contesto storico.

“Nel film si parla di una semplice storia d’amore, un classico triangolo amoroso visto e rivisto […] ma raccontato da un altro punto di vista […] Questa è una storia che il pubblico può amare perché più o meno l’ha vissuta. Il protagonista per colpa dell’amore per un attimo si dimentica della guerra e della sua missione di partigiano […] Quanto al fascismo, beh, non è un tema così antico e dimenticato […] “

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Parlando di fascismo come concetto astratto e confinato solo ai libri di scuola, Paolo Taviani ha commentato il recente episodio che ha visto coinvolti alcuni tifosi della Lazio che hanno utilizzato l’immagine di Anna Frank in un fotomontaggio per degli striscioni poi esposti allo stadio durante il derby contro la Roma.

“I fascisti sono tornati ma non sono come li conoscevamo […] L’episodio della Lazio mi ha indignato. Non è ammissibile che al giorno d’oggi ci siano persone capaci di commettere simili indecenze […] E’ tutta colpa della scuola che non insegna ai giovani d’oggi l’importanza del passato.

In un certo senso questi ‘nuovi fascisti’ sono incolpevoli perché non sanno, non conoscono la storia dell’Italia […] Gli adulti sono quello che sono, ormai, nel bene e nel male ma adesso è sui bambini che bisogna lavorare per cambiare il mondo. Conoscere la storia a scuola dovrebbe essere una priorità come oggi lo è l’insegnamento dell’inglese. Bisogna fare qualcosa, mettere un argine […] “

Parole dure ma giuste quelle di Paolo Taviani condivise anche dagli attori, soprattutto dal protagonista Luca Marinelli che ha raccontato della sua esperienza sul set.

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“Ovviamente non ho mai vissuto la guerra né tantomeno l’epoca del fascismo ma questo film mi ha aiutato a vedere le cosa da un inedito punto di vista. Per me un film è principalmente un’esperienza fisica e vedere sessanta persone sul set, ragazzi di vent’anni prendere parte alle riprese fingendo di essere dei partigiani accampati nelle tende, è stato molto forte e traumatico […] Tutti dicono che i giovani d’oggi non hanno ideali in cui credere e non hanno più valori ma non credo che sia così.

Grazie al rapido accesso ai socila media, vengono costantemente bombardati dalla verità che li circonda, possono leggere il tempo reale notizie da tutto il mondo quindi sono convinto che sappiano riconoscere quali sono i valori che contano e che ci sono persone disposte a morire per i propri ideali. I valori non si sono perduti ma sono soltanto meno chiari”.

Il fascismo è un tema tutt’oggi molto scottante e difficile da trattare che, nel film dei Taviani, ha un ruolo decisamente marginale. La guerra è infatti solo la cornice della storia d’amore tra Fulvia, Milton e Giorgio, tema che è tuttavia impossibile da ignorare.

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Ma se realizzare un film come Una Questione Privata crea dibattito ora, che reazione avrebbe suscitato dieci o anche venti anni fa? Per rispondere a questa domanda, Paolo Taviani ha raccontato un piccolo aneddoto legato all’uscita del primo film diretti con suo fratello Vittorio e con Valentino Orsini.

Il film in questione è Un Uomo Da Bruciare, datato 1962, liberamente tratto dalla vita di Salvatore Carnevale, sindacalista socialista di origini siciliane.

“Io e Vittoria abbiamo sempre fatto parte del Partito Comunita e quando abbiamo presentato il film al partito non abbiamo ricevuto pareri entusiastici. Ricordo che Mario Alicata [parlamentare comunista, partigiano nonché critico letterario] si alzò dopo la proiezione e ci disse che avevamo oltraggiato con il nostro film la memoria di Carnevale […]

Quello stesso anno presentammo il film alla Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia dove fu accolto molto bene da pubblico e critica […] Il giorno dopo andammo a leggere ansiosi le recensioni sui giornali e ci accorgemmo che alcune di loro non erano esattamente positive […]

Quello stesso pomeriggio incontrammo Amendola [si riferisce a Ferruccio Amendola] sulla spiaggia e fu proprio lui a farci ragionare sul fatto che le recensione negative non sono poi così importanti poiché i giornali non sono organismi autonomi ma vengono sempre influenzati dalle linee di partito”.

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