Amazzonia 3D recensione del film di Thierry Ragobert

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Una scimmia cappuccino nata in cattività viene imbarcata su un aereo. Il volo precipita nel mezzo della Foresta Amazzonica e il primate dovrà imparare a cavarsela in un mondo selvaggio, sconosciuto e pieno d‘insidie, che però è il suo ambiente naturale. La seguiamo nelle sue avventure, mentre cerca rifugio e cibo, e pian piano si rende conto che per sopravvivere deve integrarsi in quell’habitat.

 

Amazzonia 3D recensioneLavoro ambizioso la coproduzione franco-brasiliana, diretta da Thierry Ragobert: tra finzione e documentario, si filmano la Foresta Amazzonica e le sue creature, lasciate il più possibile libere di agire nel loro naturale contesto (nessuna sequenza girata in studio e nessun ammaestramento degli animali). Tempi lunghi, condizioni difficili. Tutto per portare lo spettatore dentro l’Amazzonia: grazie all’uso del 3D, che indubbiamente arricchisce molto certe sequenze, e attraverso l’empatia che si crea con la scimmietta protagonista e con l’aiuto di una traccia narrativa dai toni di fiaba.

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È un viaggio di forte impatto visivo, ricco di suggestive immagini e colori, ma anche con un lavoro notevole sui suoni, che effettivamente immerge lo spettatore nella natura amazzonica. È certo un tripudio di flora lussureggiante e fauna variegata, dagli insetti ai grandi animali, scrutati ed ascoltati da vicino e vicinissimo. Un viaggio che tutti sono invitati a compiere: adulti e bambini. La capacità di coinvolgimento dello sguardo espressivo e “umano” della scimmietta è inequivocabile, trasversale la sua efficacia: vi si legge tutto lo smarrimento iniziale, lo stupore di fronte a un mondo ignoto, la paura davanti al pericolo. Così come colpiscono gli spazi sconfinati o le vertiginose altezze.

Tuttavia, specie per lo spettatore adulto, non tutto il lavoro è ugualmente coinvolgente. In alcuni punti la descrizione della natura amazzonica è un po’ ridondante e patisce qualche lentezza. Forse contribuisce a ciò anche il fatto che il docufilm non abbia se non rarissimi interventi della voce narrante (Alessandro Preziosi). Il lavoro è, per sua natura e impostazione, pensato per coinvolgere soprattutto i giovani e giovanissimi. È evidente la matrice educativa – la storia è tratta dal libro istruttivo per ragazzi Amazonia, la vie au coeur de la forêt di Johanne Bernard – e a detta degli stessi produttori, il primo pubblico al quale si è pensato sono i bambini. Lo si riscontra anche nel linguaggio semplice e nel tono fiabesco che caratterizzano la voce fuori campo. Così si spiega  anche la scelta di trattare il tema della deforestazione e della minaccia incombente sull’habitat amazzonico solo alla fine, come punto di vista dal quale riconsiderare tutto ciò che prima si è imparato a conoscere e ammirare, comprendendo cosa si sta perdendo.

Scilla Santoro
Scilla Santoro
Giornalista pubblicista e insegnate, collabora con Cinefilos.it dal 2010. E' appassionata di cinema, soprattutto italiano ed europeo. Ha scritto anche di cronaca, ambiente, sport, musica. Tra le sue altre passioni c'è proprio la musica (rock e pop), assieme alla pittura e all'arte in genere.

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