Cake

In Cake Claire Simmons (Jennifer Aniston) è una donna che soffre, costantemente, nello spirito e nel corpo. Estremamente cinica, soffre di un dolore incolmabile e cronico che custodisce quasi come se fosse un figlio dalla quale non vuole e non trova la forza di separarsi. Allontanata dal marito e persino dal suo gruppo di auto-aiuto, l’unica persona che non smette di prendersi cura di lei è la premurosa domestica Silvana (Adriana Barraza).

 

Cake è un road movie, o un “viaggio attraverso il tunnel”, di una donna che si trova in un limbo dalla quale non riesce a fuggire. Eppure, la svolta nella fragile condizione di vivere di Claire avverrà quando troverà consapevolezza del suicidio di Nina (Anna Kendrick), una ragazza con la quale non aveva alcun rapporto.

Cake, il film

Claire si ritrova dunque a essere materialmente circondata dai fantasmi: tutto ciò che non riesce ad esternare prende corpo nella figura della giovane suicida che guiderà la protagonista come un alter ego. Nato come corto mai realizzato, con la regia di Daniel Barnz e prodotto dalla stessa Aniston, il film ha un plot che si srotola liberamente e si scontra con dei personaggi interessanti che tuttavia restano in sospeso. Uno sviluppo, quello delle psicologie, tristemente mancato che avrebbe potuto risollevare una pellicola con del potenziale e alla quale sarebbe bastata una leggera spinta per riuscire a distinguersi dalla miriade di produzioni simili.

Uno degli aspetti più interessanti di Cake viene assunto dalla scelta di non dare un vero e proprio nome al malessere di Claire, senza entrare nel merito dell’incidente da cui lei è uscita viva per miracolo ma perdendo una parte di sè, si ottiene il risultato di portare lo spettatore nel vivo di una tragedia già avviata che appare senza spiegazione. Allo stesso modo nulla viene mai davvero chiarito, conferendo alla pellicola quel tocco mistico e onirico dal retrogusto amaro che si amalgama perfettamente con il tragico presente nella quale si trova la stessa protagonista.

A dispetto della pochezza dei personaggi secondari, colei che traina con incredibile bravura l’intera vicenda è senza dubbio Jennifer Aniston: mostrandoci un volto struccato, segnato dalle cicatrici e quasi irriconoscibile, la ex Rachel di Friends, ha cercato di dimostrare al mondo l’avvenire della sua maturazione artistica tramite una prova attoriale davvero notevole.

Presentato in concorso al Toronto Film Festival 2014, Cake è una pellicola che spesso non arriva fino in fondo – lo si percepisce quasi costantemente – ma che acquista dei punti a suo favore proprio per questa condizione di in conclusione: l’obbiettivo di Barz infatti non è tanto quello di trovare una soluzione ai drammi esistenziali ma più semplicemente di mostrare come imparare conviverci e riuscire, di fronte alle difficoltà, ad accettare un’ altra vita o la vita che rimane, la propria, come accade a Claire.

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