Gloria!, recensione dell’esordio alla regia di Margherita Vicario

Il film esordio alla regia della musicista e attrice era già stato presentato in Concorso alla Berlinale 2024.

Gloria recensione

In un anno cinematografico in cui l’esordio da regista di un’attrice ha rappresentato il centro del racconto cinematografico del nostro Paese, parliamo ovviamente di Cortellesi e del suo C’è Ancora Domani, arriva in sala un altro esordio di un’attrice (e cantante), Margherita Vicario, che con Gloria! (qui il trailer) aveva già concorso a Berlino 2024, e che adesso si approccia al pubblico italiano dall’11 aprile con 01 Distribution.

 

Gloria! la trama

La storia è ambientata “all’alba dell’Ottocento”, in un decrepito istituto femminile, il Sant’Ignazio, nei pressi di Venezia. Qui, le orfane ospiti della struttura studiano musica e sognano in grande, chi di comporre le proprie opere, chi di trovare marito e essere felice, chi di avere la libertà di essere se stessa, ma tutte vogliono lasciare quel posto che per quanto le abbia protette, adesso limita la loro vita e le loro aspirazioni. Ma con loro c’è anche “la muta”, Teresa, la giovane sguattera che si occupa della pulizia dell’istituto e che ha un dono: riesce a sentire la musica in ogni suono e rumore che la circonda, ha un ritmo interno che le fa immaginare meravigliose e insolite melodie. Quando il suo cammino si incrocerà con alcune delle orfane della struttura, la rivoluzione sembrerà possibile.

Margherita Vicario fa il suo ingresso nel mondo del cinema con un irruento scoppio di creatività in cui racconta una piccola grande ribellione. La sue giovani protagoniste si schierano contro le leggi sociali e religiose del tempo, diventando delle piccole guerriere e combattendo per realizzare i propri sogni. Alla base di questa storia c’è l’archetipo narrativo della ricerca di sé e del proprio posto nel mondo, della realizzazione dei propri sogni, soprattutto c’è un racconto puro e onesto di sorellanza che con spirito di iniziativa e grande brio si schiera contro le regole del patriarcato, rappresentato da Don Perlina (un fantastico Paolo Rossi).

gloria!Un patriarcato depotenziato

Proprio nella rappresentazione del “Patriarcato”, il film di Vicario rivela la sua natura gioiosa e brillante: i cattivi del film sono un prete/musicista presumibilmente omosessuale e completamente in crisi creativa e il direttore dello stesso Istituto (Natalino Balasso), un uomo buffo e minuto, con debolezze e peccati da tenere nascosti. Con eleganza e leggerezza Gloria! di Margherita Vicario mette alla berlina gli uomini di potere, contrapponendoli a giovani donne “senza mezzi” che nella comunione tra di loro riescono a trovare la propria voce. O la propria musica, è il caso di dire.

Proprio l’aspetto musicale ricopre un ruolo fondamentale in Gloria!, sia perché le sue protagoniste sono delle musiciste e compositrici, sia perché il film ha a sua volta un andamento fluido ed estremamente “intonato”. Vicario dimostra di saper gestire la macchina da presa e, forte di una storia avvincente, regala al pubblico un esordio divertente e gioioso, che per una volta racconta il riscatto femminile lontano dai toni drammatici e polemici che di solito si adottano per questo tipo di racconto.

Le splendide protagoniste di Gloria!

Vicario si avvale poi di uno straordinario cast, che oltre al citato Rossi e a Elio in un piccolo e tenero ruolo, vanta la presenza di giovani interpreti come Galatea Bellugi, Carlotta Gamba, Maria Vittoria Dallasta, Sara Mafodda e Veronica Lucchesi (dei La Rappresentante di Lista), un quartetto di archi e voce splendido.

Al netto di alcuni formalismi e ingenuità registiche, Gloria! è un buon esordio, un coming of age in costume, che strizza l’occhio alle commedie per ragazzi e che apre a Margherita Vicario (anche) le porte della settima arte dal punto di vista della sedia di regia. La sua estetica pittorica e luminosa ricorda le opere di Alice Rohrwacher e Pietro Marcello, ma con un pizzico di brio e di gioventù in più, in cui poi risiede l’aspetto più interessante e personale del film.

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