#RomaFF12: Hostages, recensione del film di Rezo Gigineishvili

Hostages

Hostages – E’ il 1983 quando un gruppo di ragazzi, tutti studenti della scuola di belle arti, decide di abbandonare il regime oppressivo sovietico fuggendo dalla Georgia verso la vicina Turchia.

 

Assuefatti alle sigarette americane e ispirati dalla musica trascinante dei Beatles, i ragazzi decidono di prendere con la forza il controllo di un aereo regionale e di dirottarlo verso la Turchia, un posto dove cominciare una nuova vita. Ma la paura e soprattutto l’inesperienza dei giovani dirottatori ha la meglio e, in pochi minuti, quello che doveva essere un semplice volo, si trasforma in tragedia.

Il sesto giorno della Festa del Cinema di Roma si apre con Hostages, il nuovo film di Rezo Gigineishvili ispirato a fatti realmente accaduti. Si parla della Georgia della fine degli anni ottanta del novecento, un paese completamente assoggettato al governo sovietico dove i cittadini erano costretti a vivere rinchiusi quasi come degli animali in gabbia.

Hostages

I confini dello stato, infatti, erano chiusi e chiunque osasse ribellarsi alle leggi russe, andava incontro a pene severe e spesso anche alla morte. Il cosiddetto ‘caso dei ragazzi dell’aereo’ è un fatto di cronaca venuto alla luce soltanto alla fine della Perestrojka nel 1991, anno che ha di fatto sancito l’indipendenza dello stato dopo lo scioglimento dell’Unione Sovietica.

Hostages di Rezo Gigineishvili è di fatto un thriller che punta i riflettori su di un periodo storico assai travagliato per la Georgia, richiamando alla memoria uno dei peggiori dirottamenti aerei degli anni ottanta.

Si parla di giovani culturalmente evoluti, di buona famiglia, appartenenti alla classe medio borghese dell’epoca, studenti modello con una grande passione per l’arte. Ad un occhio disattento le loro vite possono sembrare quasi perfette ma c’è qualcosa che questi ragazzi bramano e che purtroppo non riescono ad ottenere: la libertà.

Hostages

Sin dai primi minuti di film, si avverte un senso di profonda inquietudine pervadere ogni scena che ci accompagna per mano fino alla conclusione. Ad una prima parte però molto lenta, fatta di tempi eccessivamente dilatati e inutili scene filler, nel film segue una seconda parte invece assai più dinamica.

Nel momento in cui i protagonisti mettono piede sull’aereo, l’atmosfera si fa più pesante e l’incertezza iniziale lascia il posto a paura e paranoia. Ma proprio quando sul velivolo si scatena l’inferno e Hostages inizia a diventare un film davvero interessante e coinvolgente, di colpo l’azione si interrompe lasciando di nuovo il posto alla staticità iniziale. A non convincere inoltre, oltre all’approssimativa sceneggiatura, sono i personaggi che non riescono, nemmeno nelle scene più drammatiche, a suscitare empatia nello spettatore.

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RASSEGNA PANORAMICA
Carolina Bonito
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Carolina Bonito
Appassionata di cinema e televisione sin dai tempi del Big Bang, è adesso redattrice di Cinefilos e Cinefilos Serie tv e caporedattrice per Lifestar.
hostages-recensione-film"Sin dai primi minuti si avverte un senso di profonda inquietudine pervadere ogni scena che ci accompagna per mano fino alla conclusione. Ad una prima parte molto lenta, fatta di tempi eccessivamente dilatati e inutili scene filler, nel film segue una seconda parte invece assai più dinamica".