Housekeeping for Beginners, recensione del film di Goran Stolevski #Venezia80

La terza prova registica del regista macedone australiano è un'interessante aggiunta alla sezione Orizzonti di Venezia 80.

Housekeeping for Beginners (2023)

Il giovanissimo e talentuoso regista Goran Stolevski ha presentato in anteprima a Venezia 80 il suo Housekeeping for Beginners, terzo lungometraggio a cui si è dedicato dopo You Won’t Be Alone (2022) e Of an Age (2023), passati entrambi per il Sundance Film Festival. Con questa nuova prova registica, Stolevski unisce uno stile da cinema verità, performance attoriali credibilissime e un controllo dell’immagine notevolissimo per raccontare una storia quanto mai attuale. Nel cast, Anamaria Marinca, Alina Serban, Samson Selim, Vladimir Tintor, Dzada Selim, Mia Mustafa, Sara Klimoska, Rozafa Celaj, Ajshe Useini.

Housekeeping for Beginners: madre in divenire

Una storia che esplora le verità universali della famiglia, sia quella in cui nasciamo che quella che ci scegliamo da soli. Dita non ha mai voluto essere madre, ma le circostanze la costringono a crescere le due figlie della sua ragazza, la piccola combina guai Mia e l’adolescente ribelle Vanesa. Una battaglia di volontà si scatena quando le tre continuano a scontrarsi e diventano una famiglia improbabile che deve lottare per rimanere unita.

Nonostante le molte crisi che affrontano – morti, scomparse, abusi – Housekeeping for Beginners non è un film guidato dalla trama, quanto più incentrato su questo complesso intreccio di personaggi interpretati in maniera incredibilmente verosimili. La truppa è guidata da Marinca, che offre una performance estremamente convincente nei panni della forte Dita, ma tutti gli attori sono all’altezza della situazione, persino la giovane Mia.

Cinema veritè per “non sentirsi soli”

La scelta di uno stile veritiero, che include dialoghi sovrapposti, camera a mano, illuminazione naturalistica, inquadrature strette ma volutamente caotiche e profondità ridotta, ha permesso a Stolevski di creare un’atmosfera di grande impatto che eleva Housekeeping for Beginners. In maniera molto simile a quanto già sperimentato nel precedente film Of an age, è la musica che colma i vuoti: quando i personaggi non si confrontano con qualche canzone di sottofondo, la colonna sonora composta da Alen e Nenad Sinkauz rievoca il conflitto razziale che emerge costantemente ai margini della storia. Violini e fisarmoniche suonano ritmi avvincenti, creando un mix di allegria e malinconia che sottolinea le innumerevoli discussioni all’interno della famiglia.

In You Won’t Be Alone lo spirito stregonesco che è la creatura protagonista del film non viene mai lasciato solo: diventa un mutaforma, che si deve scontrare con le difficoltà di legami sociali primitivi mentre tenta di elaborare una personale concezione dell’umanità. Mutare forma, essere il corpo degli altri, diventa il veicolo principale per la conoscenza del se. Stolevski porta avanti un simile discorso anche in Housekeeping for Beginners, presentandoci dei personaggi che devono tenere in considerazione, e anche scontrarsi, con altri punti di vista e, in questa famiglia così fluida e composita, scoprono ancora meglio le loro individualità. Basando la narrazione su questo dialogo così umano, Stolevski si conferma una delle giovani voci registiche più interessanti e promettenti della contemporaneità.

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