Virgin River 5, la recensione del primo volume su Netflix

La quinta stagione cambia showrunner. A dirigere l'orchestra sarà Patrick Sean Smith, che prende il posto di Sue Tenney. La prima parte è disponibile in piattaforma dal 7 settembre

Virgin River 5 recensione

Bentornati a Virgin River, la cittadina romantica e fittizia situata nel nord della California nata dalla penna di Robyn Carr e trasposta sul piccolo schermo da Sue Tenney, la quale per la quinta stagione cede le redini a Patrick Sean Smith, nuovo showrunner dello show. Sembra che Netflix abbia deciso di far diventare la divisione in parti delle sue serie un “marchio di fabbrica”, perché anche Virgin River 5 si presenta in due volumi. Quello di settembre, con i dieci e principali episodi, e che apre lentamente le porte all’autunno, e quello di fine novembre, che inizierà il periodo natalizio con gli ultimi due episodi in festa. A differenza di The Witcher 3, questa potrebbe rivelarsi una scelta interessante, poiché avvolge uno specifico periodo, il Natale, e perciò ha il potenziale per rivelarsi una bella chicca, un regalo che la produzione fa ai suoi fidati sostenitori in vista delle vacanze. Per la quinta season, ritroviamo il cast principale: Alexandra Breckenridge, Martin Henderson, Colin Lawrence, Annette O’Toole, Tim Matheson, Benjamin Hollingsworth, più quattro new entry, Kandyse McClure, Susan Hogan, Elise Gatien e Paolo Maiolo.

Virgin River 5, la trama

Iniziamo da dove eravamo rimasti. La quarta stagione di Virgin River si concludeva con la rivelazione di Charmaine (Lauren Hammersley) a Mel (Alexandra Breckenridge) e Jack (Martin Henderson,) che i gemelli non sono in realtà figli di quest’ultimo. Come in ogni season, il cliffhanger finale non funge da attacco al primo episodio della stagione successiva, ma solo da ponte per una storia che riprenderà dopo di esso. Ed è così che inizia Virgin River 5: Jack e Mel devono fare i conti con le menzogne di Charmaine e sul tempo che hanno sprecato per starle accanto, decidendo di godersi a pieno la loro love story una volta chiusi i ponti con la donna. Intanto, Doc (Tim Matheson) è alle prese con una malattia degenerativa che ha colpito i suoi occhi e minaccia il suo futuro allo studio medico. Hope (Annette O’Toole) deve invece confrontarsi con una cittadina che inizia a mettere in dubbio le sue capacità come sindaco e avrà bisogno di tutto il sostegno delle sue amiche per non crollare e lasciarsi abbattere. Sullo sfondo dei problemi quotidiani di Virgin River, uno spaccio di fentanil, a causa del quale Brady (Benjamin Hollingsworth) e Mike (Marco Grazzini) si metteranno in serio pericolo…

Virgin River Alexandra Breckenridge

Bentornati a Virgin River!

Pur essendo cambiato lo showrunner, Virgin River 5 non perde il suo animo romance, e ci apre di nuovo le porte della cittadina bucolica circondata da foreste, fiumi e laghi da sogno. Sono proprio i luoghi che avvolgono i personaggi, vivendo i loro stessi drammi, ad essere una delle carte vincenti dello show, da quando è nato nel 2019. Posti in cui è immediato perdersi fra le bellezze paesaggistiche, e che permettono di staccare la spina dalla realtà, per tuffarsi in un momento di leggerezza e spensieratezza. Gli stessi che, grazie ai tournage panoramici, riescono a condurci subito dentro il racconto, negli incastri della favola. Perché in fondo, Virgin River, è sempre stato questo: una fiaba impiantata nel mondo reale, che non ha troppe pretese se non quelle di regalarci qualche attimo di pausa e relax. Certo, i plot twist imprevedibili non mancano. Così come i cliffhanger, i quali caratterizzano l’intera serie e dei quali essa vive, e che tracciano molto spesso i sentieri della soap opera senza però mai davvero trasformarsi nel genere.

Ma comunque, questo, non è mai stato un punto a sfavore, e non lo è neppure per Virgin River 5, che sembra, in questa prima e principale parte, sbottonarsi ancor di più sugli eventi narrativi, alzando di conseguenza il suo livello drammaturgico. Gli episodi centrali sono infatti quelli più significativi e contengono la sfida più importante con cui i protagonisti si interfacciano; una scelta da una parte audace, dall’altra segno di un leggero cambio di rotta per quanto concerne alcune soluzioni della storyline principale, la quale svela l’intento di voler confrontarsi con situazioni che contribuiscono, in modo sostanzioso, al glow up di tutti i protagonisti. E dello show stesso. Unica sbavatura, che continua ad essere uno dei tasselli più difettosi, sono alcune sub-trame, come quella di Preacher o di Jack (per quest’ultimo inerente solo ai suoi traumi passati), che – pur intrecciate al contesto – risultano essere linee narrative o ripetitive o insapori. Un appesantimento della storia che, qualora venisse eliminato, darebbe a Virgin River solo giovamento.

Un tocco di magia

Cio che però rende davvero speciale la serie, e quindi anche Virgin River 5, è sia il modo in cui essa affronta ogni cruccio o problema dei suoi personaggi, molto attento e premuroso, sia la sua capacità di restituirci una dimensione idilliaca in grado di cullarci. Ma andiamo con ordine. Intanto, anche questa season ci pone dinanzi ad alcuni main character – quali Mel, Jack, Hope e Doc – alle prese con situazioni sempre più intricate della loro vita. Il primo a “risolversi” (per fortuna) è Jack, cedendo più spazio ad una Mel che, pur vivendo l’ennesimo shock, apprezziamo vederla risorgere dalle sue ceneri. Una crescita consapevole che non arriva dal nulla, ma è fonte del lavoro svolto sul personaggio sin dalla prima stagione, e del quale non è stato tralasciato alcun dettaglio o punto sospeso. Capire, affrontare, soffermarsi ad analizzare: sono questi i tre atti con cui lo show si è sempre approcciato ai suoi personaggi, esplorandone la loro psicologia e permettendo così uno sviluppo credibile di ognuno di loro. Pur essendo a volte circondati da avvenimenti un po’ troppo irrealistici.

Virgin River 5, nonostante si ammanti di più drama, non va però a snaturarsi: entra sempre in campo la speranza, il senso di comunità, il motto del “l’unione fa la forza”, mai stato più valido come in questa season, e che da sempre è motore della storia. Non mancano poi le solite atmosfere e fotografie calde, il melieu accogliente, lo spirito combattivo e fiducioso di ogni singolo protagonista, tutti elementi che rendono Virgin River una realtà confortevole, in cui tutto sembra possibile da superare, pur impiantando al suo interno tematiche intense, come l’aborto di Mel, lo stupro di Brie, la perdita di Jack e la malattia di Doc. Ma è forse questa la sua dote: riuscire ad essere un posto sicuro, piacevole, dal tempo sospeso, senza precludersi la possibilità di essere profondo. Ed è così che va guardata anche questa prima parte di Virgin River 5: non avendo pretese, mossi solo dal desiderio di lasciarsi fare una carezza. A volte, la magia la si può trovare anche in show poco elaborati, ma dal grande cuore e dalle buone intenzioni. Per cui, alla fine, gli si può perdonare anche qualche ridondanza.

RASSEGNA PANORAMICA
Voto di Valeria Maiolino
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Valeria Maiolino
Classe 1996. Laureata in Arti e Scienze dello Spettacolo alla Sapienza, con una tesi su Judy Garland e il cinema classico americano, inizia a muovere i primi passi nel mondo della critica cinematografica collaborando per il webzine DassCinemag, dopo aver seguito un laboratorio inerente. Successivamente comincia a collaborare con Edipress Srl, occupandosi della stesura di articoli e news per Auto.it, InMoto.it, Corriere dello Sport e Tutto Sport. Approda poi su Cinefilos.it per continuare la sua carriera nel mondo del cinema e del giornalismo, dove attualmente ricopre il ruolo di redattrice. Nel 2021 pubblica il suo primo libro con la Casa Editrice Albatros Il Filo intitolato “Quello che mi lasci di te” e l’anno dopo esce il suo secondo romanzo con la Casa Editrice Another Coffee Stories, “Al di là del mare”. Il cinema è la sua unica via di fuga quando ha bisogno di evadere dalla realtà. Scriverne è una terapia, oltre che un’immensa passione. Se potesse essere un film? Direbbe Sin City di Frank Miller e Robert Rodriguez.
virgin-river-5-primo-volume-netflixPur con qualche storyline di troppo e alcune lungaggini, Virgin River 5 si conferma una stagione con il solo intento di portare leggerezza e calore nella quotidianità degli spettatori, non dimenticando mai di affrontare, al contempo, tematiche importanti e quanto mai attuali, con estrema delicatezza e senso di speranza.