Io Sono Vera, recensione del film con Marta Gastini

Dal 17 febbraio in sala un thriller di fantascienza.

io sono vera

Presentato al Festival di Torino 2020, arriva il 17 febbraio in sala Io Sono Vera, il film diretto da Beniamino Catena, una produzione Macaia Film, Atomica, 17 Films, prodotto da Simone Gandolfo, Manuel Stefanolo, Karina Jury e distribuito da No.Mad Entertainment. Il progetto originale nel suo genere, mescola i toni del thriller e della fantascienza, per un risultato decisamente affascinante che però sembra non avere il coraggio di rischiare fino in fondo.

 

Io Sono Vera, la trama

Vera, una bambina di undici anni, scompare senza lasciare traccia. Due anni dopo ritorna ma invece di essere adolescente è una giovane donna. Non ricorda niente. I genitori sono sconvolti ma l’esame del DNA conferma che è davvero lei. Quando i ricordi riaffiorano alla memoria, Vera capisce di aver vissuto la vita di un uomo cileno, clinicamente morto, che dall’altra parte del mondo si era risvegliato nello stesso istante in cui lei era svanita nel nulla.

Nel panorama cinematografico italiano, che (anche se in maniera incostante) continua a fare passi in avanti, esplorando generi, stili e dando voce a molti registi che riescono ad esprimersi con le loro opere prime, arriva in sala Io Sono Vera, un film che a tutti gli effetti si colloca tra gli esempi più interessanti di racconto cinematografico contemporaneo. Mescolando il thriller con la fantascienza e il dramma familiare, Beniamino Catena cerca di portare sullo schermo una visione particolare e insolita del genere, aggirando tutto ciò che può essere effetto visivo artificiale, ambientazioni spaziali o futuristiche e rifuggendo nella messa in scena iperrealista.

Io Sono VeraIn equilibrio tra ciò che si mostra e ciò che si sente

Per questo il cast ha svolto un lavoro eccellente, lavorando sul confine tra contemporaneità e quell’iperrealismo di cui sopra, cercando sempre un equilibrio tra ciò che si poteva mostrare e ciò che invece si doveva sentire. A questo ha contribuito anche la colonna sonora particolarmente immersa, firmata dai Marlene Kuntz, e la regia, quasi rarefatta, di Catena.

Su tutti però spicca il lavoro di Marta Gastini, che interpreta Vera da adulta. L’attrice si è letteralmente spogliata di ogni velleità, cercando di trasformarsi il più possibile in una creatura ermafrodita, a metà tra i generi, così come Vera è a metà tra le esistenze. Accanto a lei, Davide Iacopini interpreta Claudio, colui che in qualche modo viene accusato, prima di tutto da se stesso, della sparizione di Vera, un uomo che vive la colpa come una costante e che in qualche modo viene cambiato dall’evento e dal ritorno, sotto altre forme, della ragazza.

Anita Caprioli e Paolo Pierobon interpretano i genitori di Vera, entrami spezzati dalla scomparsa della figlia. Reagiscono diversamente alla riapparizione di questa misteriosa ragazza, e mentre il padre rimane scettico e non riconosce in questa giovane donna la sua bambina, la madre, forse perché sente di più il legame generatore con la figlia, la riconosce immediatamente e l’accoglie nel suo cuore e in casa. Due reazioni contrarie a quello che può essere definito il mistero della storia, che possono rappresentare benissimo le reazioni più comuni dell’essere umano di fronte al mistero.

Una deriva da dramma domestico

Tuttavia, questa dimensione emotiva e familiare annacqua il potenziale narrativo di Io Sono Vera, trasformandolo nel finale in un dramma domestico e depotenziando l’intuizione iniziale che lascia più domande che risposte. Certo, potrebbe essere senza dubbio un risultato ricercato e voluto, tuttavia confondere così tanto le acque e non dare ai detriti il tempo di depositarsi per tornare a vedere attraverso l’acqua limpida sembra più una mossa infantile che un gesto studiato e consapevole.

- Pubblicità -
RASSEGNA PANORAMICA
Chiara Guida
Articolo precedente2030 – Fuga per il futuro: trama e cast del film con Nicolas Cage
Articolo successivoPeacemaker: HBO rinnova la serie per una seconda stagione
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
io-sono-veraTuttavia, questa dimensione emotiva e familiare annacqua il potenziale narrativo di Io Sono Vera, trasformandolo nel finale in un dramma domestico e depotenziando l’intuizione iniziale che lascia più domande che risposte. Certo, potrebbe essere senza dubbio un risultato ricercato e voluto, tuttavia confondere così tanto le acque e non dare ai detriti il tempo di depositarsi per tornare a vedere attraverso l’acqua limpida sembra più una mossa infantile che un gesto studiato e consapevole.