Izema: recensione del film di Kirill Serebrennikov

In Izema Russia, un uomo (Dejan Lilic) va a farsi un check-up cardiologico e durante la visita la dottoressa (Franziska Petri) che lo visita gli rivela che le funzioni del cuore sono nella norma, inoltre la dottoressa si lascia andare a una confessione, dicendogli che è lei a soffrire di cuore, educatamente il paziente chiede cosa ha e la dottoressa risponde che è stata tradita, aggiungendo subito dopo che la donna con cui la tradisce il marito altri non è che la moglie del paziente (Albina Dzhanabayeva). In questo incipit prende forma Izema – Betrayal il film di Kirill Serebrennikov, in concorso alla 69° edizione del festival di Venezia.

 

Izema del regista russo, tocca varie matrici, il noir in primis, oltre all’ambientazione cittadina i personaggi sono tutti caratterizzati da una forte componente erotica che sfocia molto spesso nella morbosità e il regista decide di metterlo in scena sin dai primi minuti. Inseguito, si susseguono generi come il thriller, ma la bravura del regista sta nel non affrontarli fino a fondo e lasciare il tutto un po’ sospeso e un po’ nel dubbio, questa sorta di contrasto fa assumere al film una certa delicatezza nonostante i temi che lo caratterizzano. La luce fredda di Oleg Lukichev gioca molto sui chiari e gli scuri dei suoi personaggi in ambienti perlopiù in penombra, e il montaggio di Sergei Ivanov, lascia andare i lenti movimenti di macchina e le inquadrature ribaltate o a strapiombo sui personaggi, queste inoltre si insinuano nell’intimità dei protagonisti con svariati dettagli ma che catturano l’attenzione con diverse metafore e icone che a impatto visivo rimangono a lungo nella memoria dello spettatore, quest’ultimo, per lo più incerto e a volte perplesso nello svolgersi della storia.

Degli attori chi spicca per interpretazione è assolutamente Franziska Petri, si impone fisicamente sulla scena e la regia ne coglie la sua bellezza gelida, questa sembra dare ampio spazio alla sua psicologica che non viene espressa a dovere dalle pagine della sceneggiatura ma che la regia spesso sembra suggerire che l’unica mente di tutta la storia sia lei. Izema di Serebrennoikov è caratterizzato da un estetica molto bella, particolare ma soprattutto ricercata che colpisce molto gli occhi, ma non arriva dritto all’emozione dello spettatore per le troppe porte lasciate in sospeso dalla varie ipotesi che poteva suggerire la storia.

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