Arrivato al suo ventesimo film, Pedro Almodòvar torna clamorosamente al passato, riprendendo a piene mani la sua classica poetica, alcuni dei suoi temi preferiti e il suo intramontabile stile che ha dato i natali a Tutto su mia Madre e Parla con Lei (su tutti).

 

Julieta, la trama

Pensare a Madrid significa probabilmente lasciarsi carezzare dal sole, dal calore, dal soffio del vento tiepido e quieto sul collo. Come in un’istantanea, la città diventa il perfetto ritratto di una famiglia felice, di una storia d’amore viscerale, passionale, mentre tutto procede per il meglio; la vita però è strana, se non è vendicativa è certamente misteriosa, agisce all’improvviso e non ti dà neppure il tempo di reagire e renderti conto degli eventi. I mesi e gli anni poi non migliorano le cose, anzi aggiungono altro peso alle spalle, sempre più fragili per via dell’età che avanza. Julieta è un’anima in balia del tempo, una foglia rinsecchita affidata al vento, che con lei è stato tutto tranne che compassionevole. A più riprese, una sferzata dopo l’altra, la corrente le ha portato via un marito atletico, affascinante, anni dopo anche la figlia, ma non per un’altra morte tragica; per senso di colpa, di non appartenenza, di riscatto, di redenzione al contrario (e forse un pizzico di sadismo). Ciò che resta è così la solitudine, le torte di compleanno finite nella spazzatura, il silenzio, il vuoto, un dolore che solo una madre prosciugata interamente del suo amore più grande può provare.

Ispirato da tre piccole storie di Alice Munro, “Chance”, “Soon” e “Silence”, Julieta è un mix straordinario di inarrivabile poesia, di intensa sofferenza, di pura nostalgia.  Tutto è inoltre scritto con un rigore assoluto, sempre con misura, con tempi della narrazione impeccabili: anche se alla protagonista accade una tragedia dopo l’altra, la sceneggiatura non si lascia mai il tempo di diventare patetica, si muove continuamente verso altri lidi e si fa rincorrere dal pubblico. È solo alla fine, quando i titoli di coda saltano fuori quasi a sorpresa, che tutta la tensione accumulata durante la visione straborda e fuoriesce dagli occhi sotto forma di lacrime.

Julieta film 2

Nella forza di Julieta, che nonostante tutto non cede al destino neppure un grammo di speranza, vi è la tenacia di tutte le donne e tutte le madri del mondo; fragili in apparenza, ma inflessibili e incrollabili nell’animo, quando in gioco ci sono i figli, i mariti, la famiglia. L’unico modo inoltre che hanno per amare loro stesse. Un film dunque tutto al femminile, che vive sui volti di Emma Suàrez e Adriana Ugarte, due attrici molto diverse che però per Almodòvar incarnano la stessa donna, in due momenti differenti della vita. Le loro interpretazioni sono commoventi, complementari, riempiono lo schermo di dolcezza anche se la storia le fa inciampare, le graffia, le lacera. Loro si rialzano, più forti di prima; anche loro, del resto, sono donne, delicate e indistruttibili.

- Pubblicità -