A distanza di due anni da La Notte del Giudizio – Anarchia, esce nelle sale La notte del giudizio – Election Year, capitolo finale della trilogia firmata dal regista James DeMonaco.

 

Pellicola ad ambientazione distopica decisamente sui generis e dal sapore squisitamente orwelliano, la saga de La notte del Giudizio, pone infatti le sue premesse in un titolo estremamente esplicativo: The Purge. La Purga, la Purificazione. Vicende di sovietica memoria allora si affacciano immediatamente alla mente dello spettatore che si approccia al film che, nel suo originale intento, volge lo sguardo a quegli orrori perpetrati dalla dittatura staliniana nell’ex URSS. Pare infatti che lo spunto principe dello scrip di The Purge, sia stato un racconto dello scrittore ebreo russo Yuli Daniel, “This is Moscow speaking”, esplicita denuncia agli orrori delle Purghe di Stalin e causa non ultima dell’arresto e della deportazione dello scrittore stesso.

La notte del giudizio – Election Year, il film

La notte del giudizio – Election Year segue le fila dei due precedenti capitoli, aprendosi nel bel mezzo del contrasto politico tra il deputato sostenitore della Purificazione annuale e la pasionaria oppositrice di tali barbarie. L’aspirante senatrice (Elizabeth Mitchell) sarà quindi in pericolo di vita, e nelle vesti della sua guardia del corpo ritroviamo il protagonista della scorsa pellicola, Leo Barnes (Frank Grillo), costretto anche questa volta a vedersela con le 12 ore di furia omicida che pullula per le strade di Washington.

Stavolta “il terrore è là fuori”. In quel mondo oscuro abitato da gang razziatrici di carpenteriana memoria. Proprio come in 1994: Fuga da New York, a fronteggiare le bande armate sarà questo ex sergente della polizia, novello Jena Plissken, pronto a tutto per difendere la causa in cui crede e colei che ne è portavoce.

In La notte del giudizio – Election Year molti nodi vengono al pettine, ed ecco che lo script si permea di valori che trascendono la mera trasposizione di un mondo utopistico, addentrandosi nei meandri di una critica sociale al vetriolo, che poco in fondo si distanzia da quanto può essere detto della nostra realtà. Si fa palese lo scontro con la classe dirigente, promotrice entusiasta della Purificazione: questa forma di controllo demografico ed elitario che riduce ad animali da macello la popolazione meno abbiente, complice l’aiuto di esercito e mercenari.

In un crescendo di tensione, corroborata dalle snervanti sirene che annunciano l’inizio del coprifuoco, la storia si districa tra psicopatici dalle maschere grottesche – idolatri celebratori di una “festività” senza Dio –  e vittime nelle quali ci si immedesima con empatico trasporto. Notevole la collocazione temporale studiata a cavallo tra il 21 e il 22 Marzo, giorno dell’equinozio di Primavera, velata allusione alla eliminazione di ciò che è “vecchio” a beneficio della nascita del “nuovo”.

La Notte del Giudizio Election Year

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