La religiosa: recensione del film di Guillaume Nicloux

La religiosa è un film del regista francese Guillaume Nicloux che uscirà nelle sale italiane a partire dal prossimo 27 giugno. Tratto dall’omonimo romanzo di Denis Diderot, La religiosa narra la storia di una giovane donna che lotta e si batte per non sottostare alle regole e alle imposizioni di una società, quella francese di metà ‘700, in cui alle donne era preclusa qualsiasi possibilità di arbitrio.

 

In La religiosa la giovane e graziosa Suzanne (Pauline Etienne) è l’ultima di tre figlie di una nobile famiglia in precarie condizioni economiche. Dotata di un naturale talento musicale e di una solida e convinta fede religiosa Suzanne viene, contro la sua volontà, destinata ad una vita monastica, non potendo la famiglia accasare anche lei come le due sorelle maggiori. Non avvertendo nessuna vocazione, Suzanne si ribellerà da subito a quel tipo di vita a cui si sente condannata ma dovrà affrontare e subire innumerevoli prove ed umiliazioni a cui le gerarchie ecclesiastiche la sottoporranno per farla recedere dal suo intento di libertà.

La religiosa, il film

Sostenuta da una fede solida, convinta e sincera, pura e disincantata, ma priva di una particolare vocazione tonacale, Suzanne non accetta di rinunciare alla propria vita e alla possibilità di conoscere il mondo.

Sulla strada che separa Suzanne dal suo intento di rinunciare ai voti, la ragazza incontrerà personaggi diversi che in modo diverso cercheranno di farla recedere da tale proposito: dalla paziente ed affettuosa madre superiora Madame de Moni (Francoise Lebrun), che tenterà con la dolcezza di risvegliare nella ragazza quella vocazione che essa nega di avere, alla sadica e spietata Suor Christine (Louise Bourgoin) che, succeduta a Madame de Moni, sottoporrà Suzanne a terribili umiliazioni. Quindi, una volta trasferita al convento di St, Eutrope, Suzanne farà la conoscenza di una nuova madre superiora (Isabelle Huppert) che maturerà verso la ragazza una predilizione morbosa che presto si trasformerà in una disperata ed incontrollabile passione.

La religiosa è un film che parla di fede ma sopratutto di libertà, la libertà di essere padroni della propria vita e delle proprie scelte; un film che presenta una società patriarcale in cui alle donne era negato questo diritto di scelta sia che fossero destinate al velo monacale o ad un matrimonio di convenienza.  Guillaume Nicloux presenta un film molto intenso e carico di tensione emotiva, concentrandosi volutamente sui tormenti interiori di una giovane donna che non accetta di vivere una vita non sua e che risalta, in un ambiente ecclesiastico, per la propria religiosità sincera e pura, ma che vuole vivere in modo onesto.

la religiosa film

Un film che tratta temi attuali o attualizzabili in una società, quella contemporanea, in cui forse le donne non hanno ancora compiuto quel percorso di emancipazione totale che può permettere loro una reale libertà di scelte. Indubbiamente le tematiche narrative dovettero apparire alquanto audaci e sconvenienti alla Francia di metà ‘700 quando Diderot scrisse questo libro, figlio di una nuova ventata culturale illuminista di cui l’autore è tra i principali esponenti.

La religiosa è un film ben diretto da Nicloux che ha curato con mirabile precisione ogni dettaglio scenografico e costumistico, ottenendo un’ambientazione estremamente fedele ed efficace; una regia varia e funzionale che in determinate sequenze opta per la telecamera a mano in modo da conferire, volutamente, un maggiore realismo e coinvolgimento emotivo da parte dello spettatore.

Ottime interpreti tra cui spicca l’interpretazione particolarmente profonda della giovane protagonista Pauline Etienne e della ben più esperta Isabelle Huppert straordinaria nell’impersonare una madre superiora divorata da una passione inappagabile e contraria al proprio ruolo di guida spitituale.

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