La vita davanti a sé, recensione del film con Sophia Loren

Sophia Loren torna a recitare diretta dal figlio Edoardo Ponti, interpretando il ruolo che fu di Simone Signoret, nel remake del film che vinse l'Oscar nel 1978.

La vita davanti a sé recensione

Dopo Cuori estranei Edoardo Ponti torna a dirigere sua madre, Sophia Loren, affidandole il personaggio di una donna forte anche se provata dalla vita. La vita davanti a sé è basato sul romanzo di Romain Gary, La vie devant soi, che aveva già avuto un adattamento cinematografico, peraltro di grande successo: La vita davanti a sé di Moshé Mizrahi, protagonista Simone Signoret, vincitore dell’Oscar come Miglior film straniero nel 1978. Ponti adatta la vicenda ai tempi d’oggi.

 

La vita davanti a sé, la trama

Madame Rosa, Sophia Loren, è una ex prostituta ebrea, reduce da Auschwitz, che accoglie in casa propria i figli delle colleghe che non possono tenerli, dietro compenso. Ne ha già due quando il suo vecchio amico, il dottor Cohen, Renato Carpentieri, le propone di prendere con sé anche Momo, Ibrahima Gueye, un bambino di 12 anni originario del Senegal che ha perso la madre. Madame Rosa è anziana e stanca e Momo si presenta subito come un ragazzino problematico. Lei però accetta e inizia una convivenza che si trasformerà in un legame affettivo molto stretto. Quando la salute di Madame Rosa inizia a peggiorare, la donna si fa promettere da Momo che non la farà portare in ospedale, perché non vuole subire un accanimento terapeutico. Il ragazzo farà di tutto per cercare di mantenere la promessa fatta a Madame Rosa.

La vita davanti a sé, un racconto edificante

La storia di Momo e Madame Rosa, raccontata da Edoardo Ponti, anche autore del soggetto e della sceneggiatura assieme a Ugo Chiti, mette insieme una serie di marginalità e invita lo spettatore a guardarvi dentro senza pregiudizi. Ecco dunque che tra i vicoli di Bari vecchia si incontrano la stessa Rosa, due volte emarginata, perché ebrea e prostituta, il transessuale Lola, Abril Zamora, che affida sua figlia alle cure dell’anziana donna, e ovviamente, immigrati di varie generazioni, dal negoziante musulmano da decenni in Italia, interpretato da Babak Karimi, che prenderà Momo sotto la sua ala, fino a Momo stesso, appena arrivato dal Senegal, e al suo compagno di stanza, Iosif Diego Pirvu, con cui litiga sempre, ma a cui in fondo vuole bene. C’è poi la marginalità di un sud in cui le opportunità e le lusinghe della criminalità sono sempre dietro l’angolo. Nel suo percorso di formazione Momo le sperimenterà, incontrando personaggi come quello interpretato da Massimiliano Rossi (Gomorra – La serie, Indivisibili, Il primo re), che sfrutta ragazzi di origine africana come bassa manovalanza per lo spaccio.

Obiettivo di Ponti, però,  è mostrare come sia possibile intraprendere strade forse meno facili della criminalità e del pregiudizio, dell’odio contro il diverso, l’estraneo. Mostrare che queste strade ci sono, sono ampiamente percorribili e portano senz’altro a un futuro più luminoso e che i ragazzi come Momo, apparentemente ribelli, in realtà, vogliono solo essere visti e amati – come suggerisce la canzone Io sì, interpretata da Laura Pausini. È importante, poi, riannodare i fili della memoria, ricordare il passato per non ripeterne gli errori, come il personaggio di Madame Rosa insegna.

Sophia Loren e il cast de La vita davanti a sé

È proprio lei, Sophia Loren, ad impedire che la trattazione didascalica appesantisca troppo il lavoro. Questo avviene solo in misura contenuta proprio perché Sophia Loren è capace di dare grazia e poesia alla sua Rosa, non senza la ruvidezza necessaria a dare corpo a un’altra donna forte, che va ad aggiungersi alla lunga galleria di personaggi interpretati dall’attrice, premio Oscar per La Ciociara. Accanto a lei, un altro pilastro del cinema italiano come Renato Carpentieri e tre bambini ben scelti, protagonisti insieme di momenti anche buffi. Massimiliano Rossi, Abril Zamora e Babak Karimi completano il gruppo offrendo buone prove. Come dimenticare poi Bari, anch’essa protagonista del film: il fascino dei vicoli della città vecchia, i palazzoni di recente costruzione, il mercato del pesce. Una città multiculturale che pur con tutti i suoi problemi resta simbolo di integrazione.

La vita davanti a sé in streaming, dove e quando vederlo 

La vita davanti a sé, prodotto da Palomar e distribuito da Netflix, è disponibile dal 13 novembre sulla piattaforma streaming.       

- Pubblicità -
RASSEGNA PANORAMICA
Scilla Santoro
Articolo precedenteMCU: le 10 cose più eccitanti in arrivo con la Fase 4
Articolo successivoNoelle arriverà in Italia su Disney+ il 27 novembre 2020.
Scilla Santoro
Giornalista pubblicista e insegnate, collabora con Cinefilos.it dal 2010. E' appassionata di cinema, soprattutto italiano ed europeo. Ha scritto anche di cronaca, ambiente, sport, musica. Tra le sue altre passioni, la musica (rock e pop), la pittura e l'arte in genere.
la-vita-davanti-a-se-sophia-lorenObiettivo di Ponti, però,  è mostrare come sia possibile intraprendere strade forse meno facili della criminalità e del pregiudizio, dell'odio contro il diverso, l'estraneo.