Dopo le svariate avventure televisive alla ricerca di leccornie di tutti i tipi e di tutti i gusti, Yoghi e Bubu diventano trimensionali e passano al grande schermo. L’orso Yoghi 3D, il nuovo film d’animazione di Eric Brevigh – già regista di Viaggio al centro della Terra 3D – unisce modellini CGI, computer grafica e divertenti attori comici americani: Tom Cavanagh, Anna Faris e T. J. Miller.

 

In L’orso Yoghi 3D Yellistone Park vive un momento di crisi finanziaria: il sindaco Brown decide, allora, di tagliare tutti gli alberi secolari e trasformarlo in un terreno edificabile. Mentre il ranger Smith viene assunto per tenere in ordine il giardino comunale, Yoghi e Bubu sono costretti a diventare orsi “normali”. Quando viene scoperta l’esistenza di una rarissima specie di tartaruga, la tartaranaruga (nata dall’incrocio tra una rana e una tartaruga), il parco naturale, per legge, non può più chiudere. Riusciranno i nostri eroi a fermare in tempo il crudele sindaco Brown?

Dalla sceneggiatura di un film incentrato sulle rocambolesche creature di Hanna e Barbera, non ci si poteva aspettare molto. E infatti, gli sceneggiatori Brad Copeland e Joshua Sternin non hanno certamente brillato di originalità. Yoghi e Bubu, anche nel 2011, sono stati ritratti come due orsi parlanti capaci soltanto di rubare i cestini da pic nic dei visitatori e combinare guai. Sebbene, dunque, un pubblico infantile possa godere dell’illusione che gli attori dialoghino e abbraccino davvero gli animali, a uno spettatore leggermente più attento, non sfuggono certamente gli errori di collisione. Se con Alvin Superstar e il recente Hop l’esperimento era riuscito, L’Orso Yoghi 3D non riesce a fondere il live action con la computer grafica.

I personaggi, infatti, spesso non guardano in direzione dei modellini CGI, i protagonisti sono poco integrati nel paesaggio e il movimento dello loro bocche poco (e male) si sposa con il doppiaggio. Il problema principale, però, è probabilmente la mancanza di credibilità di Yoghi: troppo spensierato e gioviale per un mondo in cui l’ingenuità, spesso, viene confusa con la ridicolaggine.

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