Ma Ma, ultima fatica del regista Julio Medem che vede nel cast una strabiliante Penelope Cruz, Luis Tosar e Asier Etxeandia, verrà presentato in anteprima durante la prossima edizione del Biografilm Festival – International Celebration of Lives di Bologna (10 – 20 Giugno).
Madrid, estate 2012. Magdalena – detta Magda – è un’insegnante che ha da poco perso il lavoro per via della crisi e che viene lasciata dal marito, un insegnante di filosofia. Le rimane solo l’amato figlioletto Dani, ma la sua vita è pronta a subire un nuovo scossone: il suo ginecologo, Julian, le diagnostica un tumore al seno, curabile, ma solo dopo aver affrontato un lungo percorso. Durante questa fase, la donna conosce Arturo, un talent scout del Real Madrid che ha appena perso la moglie e la figlia. La vita di queste persone è pronta ad intrecciarsi inevitabilmente e a far sperare, per tutti, un nuovo inizio connotato da una ventata di felicità. Ma la scoperta di un secondo tumore mette di nuovo la donna di fronte a dolorose scelte, anche se la notizia di una nuova gravidanza le dà una nuova forza per affrontare l’incertezza che la aspetta nel futuro.
Ma Ma, come si evince già dal titolo, è specularmente diviso in due parti. Con questa evocativa parola che ricorda sia la “mamma” che la “mammella”, assistiamo in modo preciso a due narrazioni specifiche, due storie divisibili secondo il classico paradigma in tre atti, con tanto di plot point, turning point e Punto Medio che coincide con il climax della vicenda: entrambe le storie/vite raccontate sono “Magda – centriche”, mostrando il mondo dal suo punto di vista e la storia della sofferenza che sta affrontando solo attraverso il suo sguardo: è un film costruito sugli sguardi che si incrociano e si supportano a vicenda, e tutti quelli maschili trovano il loro fulcro negli occhi dell’unico personaggio femminile – Magda, appunto – forte e determinata, innamorata della vita e del carpe diem oraziano che ha trasformato in una regola di vita; Magda che si trasforma in una figura cristologica nel calvario che affronta, a tappe, lento e incessante, sempre in bilico tra la Vita e la Morte, fino alla scelta estrema che decide di compiere in nome del suo “Credo”. Ma Ma viaggia sospeso nei territori fragili del dramma e del melodramma, con la sua regia onirica ricca di suggestioni cromatiche, creando un ritratto femminile immortale, uno splendido “fiore d’acciaio” pronto a resistere alle intemperie della Vita solo grazie ad una lucida follia che altro non è che una forma di profondo d’Amore.
Se nella tradizione talmudica c’è un motto che recita “Tu sceglierai la Vita”, questo film di Medem sembra sviluppare questo imperativo morale creando un affascinante affresco di vite che si intrecciano, si legano, si confondono tra loro sull’enorme scacchiera della Vita, immortalate nel folle valzer degli adii e degli amori che è l’Esistenza.