Mademoiselle Paradis: recensione del film di Barbara Albert

Mademoiselle Paradis

All’interno della Selezione Ufficiale alla Festa del Cinema di Roma è stato presentato Mademoiselle Paradis della cineasta austriaca Barbara Albert.

 

Diciottesimo secolo: Maria Theresia Paradis (Maria Dragus), chiamata Resi da tutti, è cieca dall’età di tre anni, sgraziata, socialmente goffa ma con un enorme talento come pianista. Dopo averla portata da diversi medici di Vienna che non l’hanno potuta aiutare, i genitori (Katja Kolm e Lukas Miko), grazie ad una pensione di invalidità offerta dall’Imperatrice, la portano da Franz Anton Mesmer (Devid Striesow), un medico che pare faccia “miracoli” e che spera di acquistare fama “aggiustandola”. Lasciata in custodia nella sua casa insieme ad altri invalidi, Resi inizia a riacquistare la vista grazie ai suoi trattamenti, accorgendosi però che nel guadagnare qualcosa stava perdendo una cosa a lei molto importante…

Una corte viennese fatta di abiti ricchi e colorati, parrucche altissime di riccioli fitti, fiocchi, bicchieri di vino che tintinnano, risate ed una bravissima pianista: il film di Barbara Albert si apre così, catapultandoci velocemente in quelle atmosfere scaldate dalle luci dalle candele e raffreddate dalla durezza dei rapporti interpersonali, fatti di sorrisi finti, commenti cattivi e sguardi d’intesa. In questo senza dubbio la regista, scrittrice e produttrice austriaca non sbaglia, dipingendoci un quadro fatto di dettagli e grande studio dell’epoca, una scelta meticolosa degli interpreti, delle ambientazioni e dei costumi.

Mademoiselle Paradis

Il fulcro del film ruota intorno alla domanda eterna del “Cosa sei disposto a sacrificare?”. Nel caso di Reti, vale la pena acquistare la vista se poi ne viene meno l’unica particolarità che la contraddistingue (e la potrebbe rendere appetibile come sposa)? Su questo la Albert si sofferma in particolare, facendoci capire la volontà della giovane ragazza, ma soprattutto le pressioni del mondo esterno, in questo caso, dei genitori. Ma con sguardo femminista analizza anche come, a quel tempo, il volere delle donne in generale veniva messo sempre in secondo piano rispetto a quello degli uomini, non solo nella storia di Reti ma anche grazie alla figura della sua serva.

Nel ruolo di Reti troviamo la bravissima attrice di origine rumena Maria Dragus, già vista in White Ribbon di Michael Haneke e Graduation di Cristian Mungiu entrambi presentati al Festival di Cannes nel 2009 e 2016  e prossimamente la vedremo accanto a Saoirse Ronan e Margot Robbie in Mary Queen of Scots. Quello della Dragus è un dono, tant’è che fino alla fine ti lascia con il quesito se lei sia o meno una non vedente: attraverso i suoi occhi, prima velati, poi inquieti, poi che si rivoltano verso le palpebre, poi incerti, trasmette allo spettatore tutto il mondo racchiuso dentro a quella povera ragazza che è molto stanca di soffrire, di sentirsi diversa e soprattutto di sentirsi dire quello che può o non può fare. La voce che trema, le urla, i pianti esasperati: questa in Mademoiselle Paradis è senza dubbio una delle performance più importanti della carriera di Maria Dragus e per cui meriterebbe riconoscimenti.

Parte fondamentale del film infine è la musica, quella che accompagna i momenti di vita composta dal giovane musicista Lorenzo Dangel, che ben si sposa con i quadri della Albert della campagna austriaca e quella suonata da Reti con violenza ed istinto al suo pianoforte con i tasti in avorio.

Tratto dal libro Mesmerized di Alissa Walser, Mademoiselle Paradis fa parte di quel tipo di film che vorrebbe far luce su storie particolari di persone del nostro passato: il problema è che il tutto scorre troppo lentamente sullo schermo ma soprattutto si tratta di una storia che, forse, non aveva abbastanza potenziale sin dall’inizio per essere una cosa effettivamente interessante a tal punto da affascinare e coinvolgere lo spettatore.

 

 

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Serena Concato
Faccio parte della famiglia di Cinefilos dal 2013 per cui scrivo, intervisto e recensisco. Mi appassiona tutto lo star system, dai red carpet ai gossip, fino a sapere vita, morte e miracoli delle celebrities! Amo viaggiare e il mio desiderio più grande è trasferirmi a LA!
mademoiselle-paradis-recensioneIl film di Barbara Albert è una delizia per gli occhi e per le orecchie, ma si perde in una storia forse troppo poco interessante. Superba l'interpretazione della protagonista Maria Dragus.