Maga Martina 2: viaggio in India – recensione

La maga più famosa della Germania torna a compiere magie dopo aver raggiunto un discreto successo con la sua prima avventura. Questa volta abbandona i confini tedeschi per recarsi nella lontana India dove urge il suo aiuto e i suoi incantesimi.

 

Infatti, la vicenda di svolge nel lontano regno di Mandolan, dove tutto sta andando a rotoli. Il trono è stato maledetto ed ogni volta che il Gran Visir Guliman cerca di salirci viene catapultato via. Disperato, chiede aiuto a Maga Martina, che con i suoi incantesimi dovrà aiutarlo a riprendere possesso del trono e del regno. Ma, poco dopo il suo arrivo in compagnia del suo fedele draghetto Ettore, Martina scopre che l’avido Gran Visir sta facendo il doppio gioco: infatti, con l’aiuto del malvagio stregone Abrash, ha fatto prigioniero il Re legittimo Nandi. Fortunatamente Martina può contare sui suoi poteri magici, su Musa, un astuto ragazzo di strada e, ovviamente, sul fedele Ettore

Nonostante le buone premesse e le discrete atmosfere dei primi minuti, il secondo episodio della piccola Maga Martina stenta a decollare, ingabbiato in una storia che non riesce ad essere appassionante e avvincente al punto giusto. Trattandosi di una pellicola per bambini questa potrebbe essere un’impressione prettamente adulta ma in genere il divertimenton non ha età.

Il film è il risultato di un mix di cliché visti e rivisti sul grande schermo, tutto diventa prevedibile, riuscendo solo in alcune occasioni a sorprendere. Gli unici momenti divertenti sono quelli legati al piccolo draghetto amico di Martina che rianima la storia qua e là. Neanche l’entusiasmo e lo sprint della brava Alina Freund riesce a dare maggior ritmo alla pellicola, decisamente sotto tono rispetto al primo capitolo. A tutto ciò si aggiunge una regia scolastica che si limita a un virtuosismo didascalico che non supporta a dovere la storia.

- Pubblicità -