Malavoglia: recensione del film

Malavoglia

Come si legge nella cartella stampa, Pasquale Scimeca affronta una prova non facile: mettere in scena uno dei romanzi basilari della nostra cultura, lo abbiamo studiato tutti infatti e soprattutto doversi confrontare con una messa in scena precedente di grande prestigio: quella che ha dato alla storia del cinema La Terra trema di Luchino Visconti. La storia della famiglia Malavoglia che vive in un paese della provincia di Ragusa, è però attualizzata ai giorni nostri, e Ntoni è un ragazzo che vorrebbe fare il dj, Lia si innamora di un uomo sospetto che guida un Suv, mentre Mena intreccia una relazione con un ragazzo immigrato, Alef che viene ribattezzato Alfio una volta arrivato sul suolo italico.

 

La famiglia cade in disgrazia dopo che la barca con la quale si procuravano il pesce da vendere affonda portandosi in mare il capofamiglia, Bastianazzo. I Malavoglia si indebitano, riparano la barca, ma la sorte avversa gliela distrugge. La famiglia deve così affrontare diverse difficoltà  per sopravvivere. Scimeca decide di affrontare la storia in modo decisamente sperimentale, pensando un po’ forse ad altri film che hanno affrontato i classici della letteratura con un piglio moderno.

Notevole è la resa fotografica della pellicola, il film è stato girato con telecamere RED, che quindi consentono di avere una qualità full hd, ma che permettono anche di lavorare con altri contributi in digitale come le immagini degli sbarchi di clandestini e l’introduzione, girata in qualità diversa. Ma segue le tracce di Visconti sulla scelta del cast, che è composto da veri pescatori o giovani al primo film, fatta esclusione per l’attore protagonista, già presente in un altro lavoro del regista Rosso Malpelo. Il tema universale della storia di Verga, ossia che le vicissitudini della vita sono sempre le stesse in qualsiasi epoca si viva, vengono inserite nel contesto dell’Italia contemporanea, con le sue difficoltà e contraddizioni.

A collaborare con Scimeca alla stesura della sceneggiatura c’è anche Tonino Guerra, storico sceneggiatore di Michelangelo Antonioni, e la sua mano si avverte in più punti. Aldilà di una certa difficoltà in alcune rappresentazioni dei “giovani d’oggi”, il film si regge in bilico tra poesia e racconto filmico, di cui restano delle emozionanti immagini del mare in tempesta, a simbolo dell’imprevedibiltà degli eventi. Malavoglia esce il prossimo 29 Aprile, è stato riconosciuto di interesse nazionale ed è distribuito da Cinecittà Luce.

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