
E’ a partire da alcuni versi danteschi letti dalla voce profonda e sapiente di Massimiliano Cutrera, che inizia il viaggio di Adam, il protagonista del film, all’interno del suo mondo inconscio. La grande tragedia di Adam è costituita dalla perdita, in seguito ad un incidente stradale, del miglior amico Kamil e dell’amata Basia. Adam non riesce ad elaborare questo terribile lutto e per consolarsi si rifugia nel sonno e nei sogni. Alla tragedia personale di Adam si accosta la tragedia collettiva della Polonia che nel 2010 vive una tremenda stagione caratterizzata da catastrofi naturali e lutti collettivi.

E’ per voce dell’amico di Adam morto nell’incidente, e che appare a lui orribilmente sfigurato, che probabilmente il regista mostra il suo punto di vista sulla questione: gli uomini vogliono controllare tutto, vogliono che tutto sia in ordine e perfetto ma per fortuna c’è Dio che ogni tanto commette degli errori.
L’onnipotenza di Dio sta forse nella sua imprevedibilità, negli errori che commette (che a noi sembrano errori ma che forse hanno una loro ragion d’essere), nel suo potersi permettere di essere creativo anche distruggendo.
Onirica non è un film di facile visione: bisogna avere una certa cultura, saper apprezzare i tempi lunghi ed i silenzi, avere il gusto per la visione e l’arte. La trama è solo un pretesto con cui Majewski ci mostra la sua erudizione in vari campi, soprattutto quello artistico e letterario. Egli più che un narratore è un artista concettuale che in questo caso ha deciso di usare come mezzo di comunicazione il cinema. In poche parole Onirica è più una lunga video installazione che un film. Le recenti tecniche di motion graphic hanno permesso all’autore di creare momenti davvero suggestivi all’interno dell’opera.

