Parigi può attendere

Per l’ormai ottantunenne Eleanor Coppola, si può dire che la sfida è stata portata termine: servendosi di un ottimo cast e affascinanti location, la moglie di Francis Ford Coppola, dopo essersi cimentata nel 1991 con il documentario Hearts of Darkness: A Filmmaker’s Apocalypse, esordisce alla regia con Parigi può attendere, da lei stessa sceneggiato e prodotto.

 

In Parigi può attendere Anne (Diane Lane) è sposata con Michael (Alec Baldwin), un produttore cinematografico premuroso ma disattento. Durante un soggiorno a Cannes si ritrova a dover condividere un viaggio in auto verso Parigi con Jacques (Arnaud Viard), socio d’affari di Michael. Tuttavia, a causa di fugaci deviazioni e piccole soste gastronomiche, quello che doveva essere un formale rapporto di sette ore si trasforma presto in una spensierata avventura di due giorni che aiuterà Anne a ritrovare se stessa.

Parigi può attendere risulta essere a tratti un omaggio alla bellezza dei paesaggi francesi e alla cultura culinaria del paese che Mrs Coppola deve certamente amare molto; lo dimostra infatti la cura e l’attenzione al dettaglio con cui vengono mostrate le prelibatezze che Jacques e Anne consumano durante il loro viaggio.

Tuttavia Parigi può attendere non è solo una romantica gita attraverso le campagne d’oltralpe: l’avventura on the road con Jaques sarà provvidenziale per risvegliare Anne dal torpore in cui è precipitata la sua vita; oltre ad imparare a gradire il buon vino e la buona cucina, Jacques insegna ad Anne l’importante lezione di “stop and smell the roses”, ovvero prendersi il proprio tempo per riuscire ad apprezzare le piccole cose.

Parigi può attendere mostra una storia accattivante, giocata su atmosfere e dialoghi che ricordano il cinema di Woody Allen, ambientazioni da favola e un cast artistico di grande calibro, tra i quali spicca la splendida Diane Lane. La pellicola è distribuito da Good Films e arriverà nelle sale italiane il prossimo 15 giugno.

 

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Martina Meschini
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Martina Meschini
Classe 1993. Studio all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e talvolta scrivo di cinema nel vano tentativo di non pensare allo sconfortante divario fra giorni che mi restano da vivere e film da vedere.
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