Quella sera dorata

Dopo Camera con vista, Casa Howard e Quel che resta del giorno James Ivory torna a fare i conti con la trasposizione di un romanzo con Quella sera dorata, anche se, come tiene a precisare, gli adattamenti cinematografici sono solo il 60% della sua produzione.

 

Torna anche a collaborare con quello che può essere considerato il suo attore feticcio: Anthony Hopkins, il sui alter ego mancato, dal momento che: “Io non sono inglese, lui si! Lui è stato sposato tre volte, io no!” come osserva il regista dando il via ad un lungo elenco di evidenti differenze. Quella sera dorata (“The city of our final destination”), tratto dall’omonimo romanzo di Peter Cameron è un ottimo esempio di compenetrazione tra parola e immagine. Questo grazie alla collaborazione stretta tra James Ivory e la sua fidata sceneggiatrice Ruth Prawer Jhabvala; se la prima è più attenta alla forma in cui la storia è narrata e a restituire l’essenza dei personaggi, il secondo, da cineasta puro, sottolinea le atmosfere e gli spunti visivi. Così il film trasforma in immagini suggestive quelle che erano le suggestioni di un Sud America in cui l’autore del romanzo non era mai stato, anche se era riuscito a evocare con sorprendente precisione.

La trama è esile, ma carica di un grande potenziale emotivo. Omar Razaghi, un giovane ricercatore universitario, si reca in Uruguay per trovare i parenti di Jules Gund, l’autore di un unico romanzo-capolavoro morto suicida, di cui vuole scrivere una biografia.  Omar si trova così catapultato in un microcosmo popolato da personaggi un po’ stravaganti, ognuno a suo modo molto attraente. Due uomini e due donne uniti da legami forti: amore, amicizia e una rivalità divenuta con gli anni complicità. I quattro e una bambina conducono la loro esistenza isolata in un paradiso esotico in cui, a fronte di uno sconfinato paesaggio, la sensazione è a tratti claustrofobia. Una condizione di stasi, quasi cechoviana e di nostalgia per la vecchia Europa, dalla quale i protagonisti sono fuggiti, caratterizza l’andamento del film.

Ognuno vive questa situazione secondo la propria indole, tra leggerezza, cinismo, devozione e disincanto. Ma in questo affresco carico di atmosfere, personaggi interessanti interpretati da splendidi attori in cui l’azione è ridotta all’essenziale, traspare uno schema da commedia hollywoodiana classica, con il protagonista che sviluppa tutto “l’arco del personaggio” (come osserva il regista con un pizzico di sarcastica diligenza). Il protagonista è il personaggio che più di tutti cambia: alla fidanzata iniziale con cui è evidente sin dall’inizio la scarsa affinità si sostituisce la fidanzata ideale (Charlotte Gainsbourg), al freddo Colorado il caldo ma piovoso Uruguay e dalla biografia di un singolo l’interesse si aprirà ad un gruppo di individui. Quella sera dorata, presentato lo scorso anno alla Festa del cinema di Roma, uscirà nelle sale il prossimo 8 ottobre, distribuito da Teodora Film.

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