Cosimo e Nicole: recensione del film di Francesco Amato

Cosimo e Nicole recensione

Cosimo e Nicole, due cuori e una palafitta, ai piedi di Genova, all’alba degli scontri del G8. Lui, bello e intrepido, lei, una diciassettenne francese, passionale e avventurosa, pronta a seguirlo ovunque in sella alla sua moto.

 

Un amore nato sotto la pioggia di manganellate dei disordini di Genova, sbocciato nel lampo di uno sguardo e vissuto con ardente passione, prima in Francia, e poi nella terra che li aveva resi teneri amanti, in un paesaggio desolato.

Un film, in cui il regista Francesco Amato – alla sua seconda opera – segue i passi di un amore totalizzante, frenetico e altisonante, con un occhio sempre rivolto alla tragica realtà sociale italiana. Una storia d’amore, quindi, che il regista utilizza come pretesto narrativo per dire la sua sulle annose questioni dell’immigrazione e del lavoro clandestino, la cui cruenta problematicità può forgiare un’amore e ridurlo in pezzi con la stessa veemenza.

Cosimo e Nicole

Nel dire la sua, il regista fatica ad armonizzare le sue idee: un film d’amore o un film di denuncia? Cosimo e Nicole è un’opera dall’identità sfocata che, nel portare alla luce riferimenti di cronaca attuali, si pone come l’ennesimo tentativo di denunciare crimini e misfatti made in Italy, senza la giusta convinzione e radicalità. Convince un pò di più la visione romantica e dannata dell’amore tra Cosimo e Nicole, costellata però da qualche cliché di troppo che la correda di retorica e banalità.

I due interpreti protagonisti, Riccardo Scamarcio e Clara Ponsot, si muovono in un universo transitorio, indebolito dall’inconsistenza della sceneggiatura, che in alcuni punti si prende delle libertà narrative, che acuiscono la scarsa credibilità della storia.

La regia cerca di limitare i danni, fregiandola di spunti audaci fatti di eros e live concert, che riescono a evocare un’atmosfera seducente e gagliarda, buia e intensa, grazie ai graffianti brani dei Marlene Kuntz, Afterhours e Verdena che si mescolano alle musiche originali di Francesco Cerasi.

Un film dalla struttura narrativa analettica, che lascia sgorgare la storia dalle parole dei due protagonisti, che si raccontano, afferrando i ricordi e rivivendo il tormento e le intense emozioni di qualche anno prima. Due volti reduci da un deserto emozionale durato due anni, ma riscaldati dalla memoria di un passato ancora vibrante.

Quello di Cosimo e Nicole è un sentimento diventato romanzesco e ruggente grazie al fascino imponderabile dell’avventura on the road, cornice del loro inconsulto vagabondaggio. Un guizzo interessante ma che non riesce comunque a dare vigore ad un racconto monocorde e incolore.

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