The Wedding Party: recensione del film con Kristen Dunst

The Wedding Party

La moda dei film sulle feste al celibato/nubilato sta invadendo il grande schermo e così mentre procedono le riprese di Una Notte da Leoni 3, arriva al cinema il prossimo 18 ottobre The Wedding Party, diretto da Lesley Headland.

 

In The Wedding Party Regan (Kristen Dunst), cattivella e con manie di perfezione, Katie (Isla Fisher), simpatica e un po’ svampita, e Gena una ninfo-malinconica interpretata da Lizzy Caplan, sono le protagoniste di un altro addio prematrimoniale. Quello organizzato dalla povera Becky (Rebel Wilson) “Faccia di maiale”, vessata ex compagna di liceo, che ha la pessima idea di riunire il trio bollente proprio al suo matrimonio. L’atmosfera da subito tesa, comincia a surriscaldarsi quando Becky informa le amiche che il suo addio al nubilato è stato organizzato in maniera semplice e tranquilla, così Gena e Katie decidono di mettere un po’ di pepe nella festa, prima che la cosa cominci a sfuggire loro di mano.

The Wedding Party, lungi dall’essere una serie di sfortunati e straordinari eventi che impediscono alle tre di partecipare con serenità al matrimonio, si trasforma nel resoconto di tre drammi umani che si consumano in una notte. Ognuna delle giovani donne ha i suoi problemi e le sue nevrosi, alcune legate anche a traumi del passato, e così il film scorre per un’ora e mezza senza grossi intoppi, con qualche momento esilarante. Le tre attrici protagoniste rappresentano a loro modo uno stereotipo: la Dunst dimostra le sua versatilità diventando la rigida e perfettina Regan, alla quale nulla può sfuggire di mano; Isla Ficher sembra trovarsi benissimo a suo agio nei panni della svampita un po’ stupida che non sa bene cosa vuole né come approcciarsi alla vita adulta e agli uomini, mentre la Caplan, forse la migliore in questa prova, è una disfattista strafatta, che cerca di dimenticare un passato doloroso apparendo menefreghista e autodistruttiva. In realtà il film ricorda più Tre uomini e una pecora che Una Notte da leoni, per temi affrontati e dinamiche narrative, e il parallelo è suggerito anche dalla presenza di Rebel Wilson, che anche nell’altro film offriva un buon esempio delle sue doti comiche.

The Wedding Party si rivela una commedia piacevole, senza troppe pretese, con qualche momento di calo del ritmo della narrazione che ne mette a rischio la piena sufficienza. L’impressione è che in fase di montaggio la storia e i racconti singoli delle protagoniste siano state amputate a favore del minutaggio.

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