The Breadwinner, recensione del film prodotto da Angelina Jolie

The Breadwinner

Le donne, il burqua, l’inferiorità, la cultura e la tradizione. The Breadwinner, film d’animazione diretto da Nora Twomey e prodotto da Angelina Jolie, affronta con lo strumento dell’animazione argomenti delicati e terribilmente attuali, offrendosi sotto forma di cartone animato, con tanto di risvolto fantastico, a un pubblico di giovani e giovanissimi, occidentali, iniziati così a determinati aspetti delle culture dall’altra parte del mondo. Il film è basato sul romanzo omonimo best-seller di Deborah Ellis.

 

La storia è quella di Parvana, una ragazzina che vive a Kabul con il padre che ha perso una gamba in guerra, la madre, la sorella maggiore in età da marito e un fratellino molto piccolo. Parvana, in quanto donna, non può uscire di casa da sola, non può acquistare prodotti al mercato, non può imparare a leggere o a scrivere. Fortuna che il padre è un maestro e la inizia alle lettere, ma quando l’uomo viene arrestato, Parvana diventa l’unica a essere in grado di provvedere alla famiglia. Tagliati i capelli e indossati gli abiti di suo fratello maggiore, misteriosamente morto, si finge uomo e comincerà a portare il cibo in casa, sperando sempre di riuscire a riportare il padre in famiglia.

La storia di The Breadwinner si sviluppa parallela al racconto di un eroe, alter ego della protagonista

La Twoney ha un approccio bilanciato al racconto: affronta una storia difficile, in una realtà violenta, ma lo fa ad altezza di bambino, regalando equilibrio alla brutalità della guerra con la narrazione, le storie e il loro potere di arricchire, regalando profondità e spessore alla vita, trasformandola.

The Breadwinner

Narrativamente il pregio del film è proprio quello di creare un parallelo che si sviluppa in crescendo tra la protagonista e l’eroe di un racconto inventato, mentre la prima cerca i modi per portare in salvo la famiglia e il padre e il secondo per affrontare magiche e feroci creature e mettere in salvo il suo villaggio.

La tecnica di animazione ricalca la dicotomia della storia, diventando un vero strumento visivamente prezioso che regala anche una varietà cromatica ed emotiva al film che comunque vive di un messaggio sotteso relativo all’emancipazione femminile, non solo in Afganista. In una società, anche Occidentale, dove la parità non è ancora raggiunta, è sempre utile (anche se forse troppo facile) ricordare che ci sono ancora tante battaglia da combattere e tante menti da aprire.

Nella sua risoluzione felice e allo stesso tempo malinconica, The Breadwinner riesce a toccare lo spettatore a più livelli, rivelandosi un film facile ma prezioso.

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Chiara Guida
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Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
the-breadwinner-prodotto-da-angelina-jolieNella sua risoluzione felice ma malinconica, The Breadwinner riesce a toccare lo spettatore a più livelli, rivelandosi un film facile ma prezioso.