Rocky, Star Trek, Batman, sono tantissimi i franchise di successo che arrivati al quarto capitolo si sono dovuti arrendere alla povertà di idee e alla pochezza di realizzazione, ma contro questa tendenza si erge Toy Story 4, il nuovo film Pixar, dal 26 giugno in sala, che prova a ribaltare la tradizione.

 

Il compito è difficilissimo, visto che con Toy Story 3 – La Grande Fuga, nel 2010, lo Studio aveva realizzato un capolavoro di storia, testi e sottotesti, un’addio commovente e accorato a quei personaggi che avevano visto nascere la Pixar stessa e che con essa erano cresciuti e si erano perfezionati.

Nove anni fa, Andy aveva preso la decisione di regalare tutti i suoi giocattoli a Bonnie: lo sceriffo, lo space ranger, la cowgirl, il ronzino e tutti gli altri simpatici giocattoli sono passati così di mano, da un ragazzo pronto per l’età adulta e l’università, a una bambina di tre anni, con ancora davanti tanti anni di giochi e di avventure. Una nuova vita per Woody e i suoi, che con Bonnie tornano ad essere di proprietà di qualcuno, utili a un bambino come gioco, conforto e compagnia.

La storia di Toy Story 4 si concentra però su Woody, scivolano in secondo piano sia gli altri giocattoli che il legame d’amicizia con Buzz, e il centro drammatico della storia diventa il dilemma esistenzione di un giocattolo, abituato ad essere il preferito, sempre in prima linea per difendere e proteggere il proprio bambino, che però comincia ad essere messo da parte. Se infatti il cowboy è il gioco prediletto da Andy, con Bonnie non è più così, tanto che la bimba arriva a togliere la spilla da sceriffo dal suo gilet, per appuntarla su quello di Jessie. Un passaggio di consegne al quale Woody non è affatto pronto.

Toy Story 4 parte da questo assunto e si trasforma ben presto in un on the road in cui alla girandola di avvenimenti rocamboleschi si sovrappone un torrente di emozioni che travolge lo spettatore insieme ai giocattoli protagonisti. Ovviamente non mancano gli espedienti comici esilaranti, affidati ai nuovi personaggi, i segmenti ad alto tasso di adrenalina e quelli che omaggiano con raffinatezza il cinema di genere, dal noir all’horror, ma il centro assoluto del racconto è la presa di coscienza di Woody. La sua fedeltà totale nei confronti dei suoi bambini, prima Andy e poi Bonnie, lo ha reso completamente cieco ad ogni altra cosa e presto scoprirà che l’altra faccia di questo suo altruismo totalizzante, il sano egoismo di cui sembra incapace, potrebbe essere l’inizio di una nuova magica avventura.

Ad aprirgli gli occhi ci sarà Bo Peep, la pastorella del primo Toy Story che qui torna in versione aggiornata, indipendente, brillante, intraprendente, un giocattolo molto diverso da quello che conoscevamo.

La devozione di Woody viene messa in gioco quando il cowboy decide a tutti i costi di proteggere Forky, un nuovo “giocattolo” di Bonnie, la sua coperta di Linus per affrontare l’asilo e le prime novità legate alla crescita. Per questo, il nostro eroe si troverà in una serie di situazioni in cui non solo verrà testato il suo coraggio ma soprattutto la sua natura di amico fedele e devoto al suo bambino. Ma cosa accade quando il “lavoro” di una vita, d’improvviso, si rivela non più necessario?

Se in Toy Story 3 Andy ha detto addio ai suoi giochi, in Toy Story 4 sarà Woody a dire finalmente addio a Andy, al suo ruolo di leader, ai suoi amici, insomma sarà lui a “diventare grande”, perché se è vero che è immutabile nel tempo, le sue esperienze e le sue emozioni lo arricchiscono e lo rendono, per una volta, capace di scegliere per se stesso. Per ogni essere umano arriva il momento di scegliere tra se stessi e gli altri, tra il proprio futuro e il proprio passato. In Toy Story 4 sembra che lo stesso avvenga per i giocattoli.

Se la trilogia di Toy Story era il racconto, lo sviluppo e il compimento della parabola narrativa di Andy, dal punto di vista dei suoi giocattoli, Toy Story 4 trova lo spazio per un altro racconto avvincente con protagonista assoluto Woody. Probabilmente sarà difficile eguagliare la bellezza e la grandezza dei precedenti capitoli, ma il film diretto da Josh Cooley è sicuramente un ottimo quarto capitolo, con una storia forte, grandi momenti d’azione, risate garantite sia per i grandi che per i piccoli, e quel tocco di commozione che non permetterà a nessuno di uscire dalla sala con gli occhi asciutti.

Toy Story 4, il trailer

- Pubblicità -