Trash, recensione del film di Luca Della Grotta e Francesco Dafano #RFF15

Il film è in sala dal 16 ottobre distribuito da Notorius Pictures, dopo essere stato presentato ad Alice nella Città.

Trash

Un messaggio socialmente edificante, ispirazione, grazie e padronanza tecnica si fondono in Trash – La leggenda della piramide magica, una nuova avventura in tecnica ibrida, in cui i protagonisti in animazione si muovono dentro scenari reali, una Roma notturna, silenziosa e bellissima, con i suoi platani e i suoi ponti.

 

La trama di Trash

La storia è quella di Slim e Bubbles. Sono due contenitori che hanno terminato il loro ciclo di utilizzo, dei vuoti che non servono più a nulla, sono spazzatura. Slim è una scatola logora e disincantata, Bubbles una bottiglia di bibita gassata, ammaccata ma molto romantica e sognatrice. Vivono sul pavimento di un mercato e la loro vita sembra finita fino a che non incontrano Spark, una scatoletta di batterie solari che ha, stampato sul retro della sua confezione, il simbolo del riciclo. La visione di quel simbolo ancestrale (secondo Bubbles) riporta la speranza nel cuore di questi malandati rifiuti: la piramide magica, come la chiamano loro, rappresenta la promessa di una seconda vita per tutti loro. Comincia così un viaggio avventuroso per questi simpatici rifiuti, al di fuori della loro zona di conforto, affronteranno mille difficoltà per raggiungere la piramide e aiutare il piccolo Spark. Per strada troveranno nemici, insidie, ma anche amici e una nuova consapevolezza di se stessi.

Diretto da Luca Della Grotta e Francesco Dafano, Trash – La leggenda della piramide magica riesce a portare a casa un risultato davvero notevole: è cinema educativo senza essere didattico. L’avventura alla ricerca del luogo in cui potersi riciclare ed essere nuovamente utili diventa un viaggio divertente e avventuroso, ma è anche l’occasione per guardarsi dentro e autodeterminarsi, oltre a ciò che rappresenta il loro utilizzo in senso stretto.

Character design vincente

L’aspetto visivo del film è particolarmente interessante prima di tutto nel contrasto che si crea trai fondali reali e i personaggi animati che si muovo in primo piano e, a dispetto della loro natura, sono proprio loro che animano il paesaggio, completamente privo di esseri umani. Inoltre il character design del film dimostra una grande attenzione nel costruire i personaggi sin nelle minime sfaccettature fisiche e caratteriali. Il risultato è affascinante e divertente, che riesce ad essere familiare eppure a dare la sensazione di qualcosa di mai visto prima.

Trash – la leggenda della piramide magica gioca con lo spettatore, vuole consegnare un messaggio importante che ha un valore sociale (l’importanza del riciclo) ma riesce anche ad assumere una sfumatura esistenziale in quanto racconta a chiare lettere che non solo delle cose, ma anche delle persone, bisogna imparare a prendersi cura, senza svuotarle e accantonarle troppo in fretta, in un mondo che sembra chiedercelo.

- Pubblicità -
RASSEGNA PANORAMICA
Chiara Guida
Articolo precedenteSupernova, la recensione del film con Stanley Tucci #RFF15
Articolo successivoLa promessa dell’assassino: trama, cast e finale del film con Viggo Mortensen
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
trashTrash – la leggenda della piramide magica gioca con lo spettatore, vuole consegnare un messaggio importante che ha un valore sociale (l’importanza del riciclo) ma riesce anche ad assumere una sfumatura esistenziale in quanto racconta a chiare lettere che non solo delle cose, ma anche delle persone, bisogna imparare a prendersi cura, senza svuotarle e accantonarle troppo in fretta, in un mondo che sembra chiedercelo.