Un Poliziotto Ancora in Prova (titolo originale: Ride Along 2) è il seguito del fortunato film omonimo che ha segnato il debutto, davanti alla macchina da presa, dell’inedita coppia comica costituita da Kevin Hart e dal rapper/ attore Ice Cube: insieme, diretti da Tim Story, hanno già tentato di aggiornare il genere Buddy Movie con venature comedy nel 2014, riportando sullo schermo il tradizionale gioco delle strane coppie.

 

Come nella migliore tradizione, i due uomini che si ritrovano, necessariamente, a convivere insieme (anche se per brevissimo tempo, tipo la durata di una missione di un paio di giorni a Miami) sono diametralmente opposti, distanti e distinti tra loro: colti nell’atavica incapacità di comunicare o conciliare le rispettive posizioni, i due non fanno altro – almeno per la prima buona metà del film – che litigare, scontrarsi e affrontare surreali soluzioni che il più imbranato dei due – nel nostro caso, Hart – crea con la stessa leggiadria con cui un elefante fa irruzione in una cristalleria. Inevitabile, dopo tante gag, la riappacificazione e la nascita di un’amicizia fraterna (o quasi). Questo è l’iter fisso che seguono la maggior parte delle commedie americane, da sempre: ma, nel momento in cui vengono meno le abilità dei singoli attori che hanno spadroneggiato nella commedia, cosa resta?

un-poliziotto-ancora-in-prova 01Il film di Story sembra essere l’amara risposta al quesito: non bastano due attori affiatati (dei quali uno è un comico debordante molto amato in patria), due vertiginosi inseguimenti in auto, qualche bella donna, pistole, “catti-cattivissimi”, poliziotti ed adrenalina a volontà per salvare il giocattolo, letteralmente vittima di una trama troppo debole: Ben l’aspirante detective è tornato, e stavolta non solo è fresco d’Accademia ma sta anche organizzando le nozze con Angela, la sorella di James, suo collega che non lo vuole assolutamente come partner. Una missione a Miami per stanare il boss per il quale lavora un piccolo spacciatore di nome Troy lo convince che possa trattarsi della buona occasione che aspettava, per dimostrare a Ben di non essere in grado di sostenere il suo ruolo all’interno del dipartimento. Ma tra inseguimenti mozzafiato, ricchi benefattori corrotti, detective donne simili a top- model e il clima barocco e tropicale della Florida, ogni pronostico è pronto ad essere smentito sul filo del rasoio.

Banale e ripetitivo, Un Poliziotto Ancora in Prova non arricchisce – e non dà lustro – al filone accennato precedentemente, e nemmeno si sforza di creare una nuova “fenomenologia comica”: le battute si reggono sulla performance di Hart, che scricchiola e fa rimpiangere i grandi comici di razza (come Eddie Murphy) riducendosi ad una mera macchietta, patinata e mal riuscita parodia di un pacchiano video clip hip- hop (come del resto l’intero film). Benjamin Bratt è un cattivo stereotipato e dall’accento (e fascino) latino, così come Olivia Munn è il classico detective donna abilissima nel maneggiare le pistole quanto camminare su vertiginosi tacchi dodici. Qualche risata viene strappata qua e là nel corso dei 101 minuti, ma sono poche e parcellizzate.   

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Ludovica Ottaviani
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Ludovica Ottaviani
Ex bambina prodigio come Shirley Temple, col tempo si è guastata con la crescita e ha perso i boccoli biondi, sostituiti dall'immancabile pixie/ bob alternativo castano rossiccio. Ventiquattro anni, di cui una decina abbondanti passati a scrivere e ad imbrattare sudate carte. Collabora felicemente con Cinefilos.it dal 2011, facendo ciò che ama di più: parlare di cinema e assistere ai buffet delle anteprime. Passa senza sosta dal cinema, al teatro, alla narrativa. Logorroica, cinica ed ironica, continuerà a fare danni, almeno finché non si ritirerà su uno sperduto atollo della Florida a pescare aragoste, bere rum e fumare sigari come Hemingway, magari in compagnia di Michael Fassbender e Jake Gyllenhaal.
un-poliziotto-ancora-in-prova-recensione-del-film-con-kevin-hartBanale e ripetitivo, Un Poliziotto Ancora in Prova non arricchisce al filone del Buddy Movie e nemmeno si sforza di creare una nuova “fenomenologia comica”: le battute si reggono sulla performance di Hart, che scricchiola e fa rimpiangere i grandi comici di razza riducendosi ad una mera macchietta, patinata e mal riuscita parodia di un pacchiano video clip hip- hop.