Il giovane favoloso: recensione del film con Elio Germano

Abbiamo rivisto Il giovane favoloso, il biopic di Mario Martone dedicato a Giacomo Leopardi, presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia e accolto come uno dei migliori esempi di cinema biografico italiano degli ultimi anni. Il regista napoletano affronta la figura del poeta con rispetto e modernità, raccontando non solo la sua vita ma la tensione incessante tra corpo e spirito, tra dolore e desiderio di conoscenza.

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Mario Martone racconta la storia di un giovane favoloso, un uomo appassionato di lettere e letture che ha riversato tutto il suo essere nella scrittura, nella lettura, nella composizione di opere letteraria.

Il giovane favoloso in questione passò la sua vita in un corpo deforme e malato, un corpo che, nonostante tutto, ebbe la fortuna di ospitare un animo inquieto e ricco, vivace, intelligente, pungente, riflessivo, straordinario. Questo giovane si chiamava Giacomo Leopardi.

Elio Germano, un Leopardi vibrante e umano

Il film di Martone, Il Giovane Favoloso appunto, è un biopic del grande poeta italiano, un film rischiosissimo sulla carta, che però trova nellle scelte narrative e nel taglio scelto per narrare la storia una felicissima prova del cinema italiano. La storia si sviluppa ovviamente nelle tre città che hanno ospitato per più lungo tempo il poeta: prima Recanati, dove Giacomo si è istruito ed è cresciuto, insieme ai fratelli ed al severo padre, il Conte Monaldo; poi a Firenze, dove già malato e provato, Leopardi sperimenta la prima volta il mondo, e conosce Antonio Ranieri (Michele Riondino), unico vero amico che il poeta ebbe in vita; infine il racconto si sposta a Napoli, dove Leopardi raggiunse la piena e consapevole maturità artistica e l’ultima evoluzione del suo pensiero sulla condizione dell’uomo sulla terra. Qui, nella villa di Ranieri, ai piedi del Vesuvio si spense.

La regia di Martone e la forza della visione

Uno dei più grandi artisti della letteratura italiana è interpretato da Elio Germano, che si cala nei panni dell’uomo e del poeta. Questa volta Germano deve mettere da parte il suo conclamato teatrale talento per diventare veicolo di versi e parole immortali, di momenti tante volte immaginati sui banchi di scuola e chhe nel film di Martone assumono una leggerezza poetica e insieme un peso emotivo rari nel panorama cinematografico italiano.

I momenti onirici che costellano sapientemente il film sembrano essere posti a tirare lo spettatore nella storia e dentro i versi dolenti, magnifici, scettici e violenti del Poeta, spezzettati, come bocconi, a volte molto amari, altre volte meno, dalla voce di Germano, che attraverso la lente della grandezza artistica di Leopardi, ci ha consegnato la sua più grande interpretazione ad oggi.

 

Il giovane favoloso
3.5

Sommario

Un ritratto intimo e potente, sorretto dalla regia poetica di Martone. Il giovane favoloso restituisce voce e umanità a un genio della nostra cultura, trasformando la biografia in un’esperienza emotiva e visiva di grande cinema.

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice e Direttore Responsabile di Cinefilos.it dal 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.

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