Made in Dagenham, ecco il titolo originale di We want sex, in uscita in Italia il 5 dicembre, e già accolto al Festival Internazionale del film di Roma da scoscianti applausi. La storia racconta del primo sciopero al femminile avvenuto da parte delle operaie della fabbrica Ford proprio di Dagenham, e portato avanti dalla coraggiosa Rita O’Grady, interpretata sullo schermo da Sally Hawkins.

 

Le donne che si batterono per avere pari stipendio e pari dignità lavorativa rispetto agli uomini, paralizzarono la Ford inglese smettendo di fabbricare i rivestimenti in pelle per i sedili delle automobili. Il regista Nigel Cole gira con diligenza un film che si basa fondamentalmente su una sceneggiatura brillante (di William Ivory) e su un cast di donne eccezionali, a partire dalla già citata Hawkins che è affiancata da Andrea Riseborough, Jaime Winstone, Lorraine Stanley, Bob Hoskins e Daniel Mays, senza dimenticare tra gli altri una straordinaria Miranda Richardson nel ruolo dell’energico Ministro Barbara Castle.

Il racconto, che si svolge sul filo della commedia, strappando risate, sorrisi e ammiccamenti, riserva un’anima di grandiosità, dovuto alla realtà che sullo schermo è raccontata. Queste donne, sempre impeccabili nei loro abiti economici ma puliti  vivaci portano avanti la loro protesta contro il sistema, e contro i mariti che si sentono abbandonati per questo. Proprio questo contrasto tra la realtà e le cose come dovrebbero essere genera la vera forza del film, la sua anima seria e socialmente impegnata.

We want sex, il film

Questo nucleo forte acquista valore poiché è raccontato con toni leggeri, che solo in due occasioni si incupiscono, ma che donano allo spettatore la godibilità di una bella commedia che racconta una storia vera. Questo grande equilibrio che preferisce ricercare il sorriso invece che la lacrima non si sviluppa mai a scapito della grandissima dignità e importanza della storia che mantiene sempre il primo posto davanti allo spettatore.

Non ci si stanca di seguire le vicende, si parteggia per le protagoniste e si esulta nel finale. Un’esperienza coinvolgente e divertente che guarda con ironia alla severità e alla durezza di quello che è stato, raccontandolo fedelmente. Il titolo in italiano, We want sex, è giustificato dalla scena in cui le nostre vanno a protestare davanti al ministero a Londra e il Ministro legge su uno striscione non completamente srotolato “We want sex (equality)”, sorridendo tra sé e dicendo “Chi non ne vuole”(!).

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