Wolverine è scomparso, e Logan è ridotto ad uno straccione che vive in una caverna in un bosco. Il senso di colpa, la paura e l’impossibilità di accettare la sua condizione di immortalità lo spingono a cercare l’isolamento, ed a sognare tutte le notte lei, Jean, la donna che amava e che è stato costretto ad uccidere. Ma all’improvviso una persona torna dal suo passato, ad offrirgli ciò che la bestia braccata sembra anelare più di ogni altra cosa: la mortalità.

 

E’ questa la premessa di Wolverine – L’immortale, secondo film dedicato esclusivamente a Wolverine, ancora una volta interpretato da Hugh Jackman, e che su un punto di vista temporale si posiziona a qualche anno di distanza da X-Men Scontro Finale.

L’inizio del racconto, l’atmosfera oscura, il protagonista trasandato e assalito dai propri incubi ci accompagnano con efficacia in un racconto che si presenta molto bene.La Bestia si è assopita, ma nulla può sopprimere definitivamente l’istinto animale che da sempre contraddistingue l’X-Man. Tuttavia le buone premesse si infrangono quasi subito su un muro piatto e liscio, sul quale è impossibile far aggrappare qualsiasi tentativo di rendere interessante una storia basata principalmente su dialoghi banali e piuttosto noiosi, che nulla aggiungono al nostro protagonista. Se in X-Men Le Origini si cercava di ricostruire il passato di Logan, qui ci troviamo solamente di fronte ad un’avventura con un riluttante protagonista che tutto sommato alla fine ritrova una ragione per tornare a combattere e a tirare fuori la testa dalla caverna in cui ha cercato di nasconderla.

Wolverine - L-immortale hugh jackman

Hugh Jackman continua ad avere quell’indiscussa presenza scenica che lo caratterizza come il perfetto Wolverine cinematografico, pur profondamente diverso da quello del fumetto, ma ormai una costante negli occhi e nel cuore dei primi fan che hanno amato il personaggio cinematografico.

Un lavoro tecnico di grande valore, con atmosfere ben costruite e una buona dose di azione si scontrano però con una storia che fa fatica ad evolversi, impantanandosi in un filone romantico ingiustificato e superfluo che non aiuta di certo ad affezionarci ai protagonisti, ma che ce li rende addirittura antipatici.

Wolverine – L’immortale si inserisce purtroppo nel filone di film supereroistici che deludono le aspettative, confermando una tendenza indiscutibile: il supereroe al cinema ha bisogno di un nuovo impegno creativo, soprattutto per quanto riguarda la scrittura, oppure semplicemente di una pausa.

- Pubblicità -