In occasione dell’uscita nelle sale di ecco la nostra intervista con la regista Vanessa Redgrave e il produttore del film Carlo Nero.

 

Distribuito da Officine UBU  il documentario SEA SORROW – IL DOLORE DEL MARE, è opera prima dell’attrice Premio Oscar Vanessa Redgrave, al cinema dal 20 giugno in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato.

Presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma lo scorso novembre e precedentemente al Festival di Cannes e al New York Film Festival, il documentario è prodotto da Carlo Nero, figlio di Redgrave, e affronta il dramma dei rifugiati che arrivano sulle coste europee da guerre e miserie d’oltremare, con uno sguardo particolare sui bambini, di cui Redgrave si occupa da tempo nel suo impegno umanitario.

SEA SORROW – IL DOLORE DEL MARE rappresenta una riflessione personale e accorata da parte della regista sull’emergenza rifugiati, particolarmente importante e necessaria in questo momento visti gli accadimenti degli ultimi giorni.

Un progetto importante che testimonia il continuo impegno umanitario dell’attrice di fama internazionale, in questo caso patrocinato dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) principale organizzazione al mondo impegnata da oltre 56 anni a salvare vite umane, a proteggere i diritti di milioni di rifugiati, di sfollati e di apolidi, e a costruire per loro un futuro migliore. Il documentario è supportato da Carlotta Sami, direttore delle comunicazioni con incarico di portavoce per il Sud Europa dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR).

SEA SORROW – IL DOLORE DEL MARE di Vanessa Redgrave sarà distribuito in Italia da Officine UBU – che devolverà parte del ricavato all’ UNHCR a partire dal 20 giugno, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Sinossi: SEA SORROW – IL DOLORE DEL MARE segna il debutto alla regia di Vanessa Redgrave e rappresenta una riflessione molto personale sull’odierna situazione di crisi che vivono i rifugiati. Gli occhi sono quelli degli attivisti e dei rifugiati che raccontano il loro passato e il loro presente in un documentario toccante che ci porta a riflettere sull’importanza dei diritti umani.

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