Biancaneve e i sette nani: recensione del film

Biancaneve e i sette nani

La recensione del cult d’animazione Biancaneve e i sette nani, il film targato Walt Disney del 1937.

 

Biancaneve e i sette nani

Anno: 1937

Regia: David Hand, Perce Pearce, William Cottrell, Larry Morey, Wilfred Jackson, Ben Sharpsteen

Con le voci di: Rosetta Calavetta e Melina Martello (Biancaneve nel 1938 e nel 1972), Lina Pagliughi e Gianna Spagnulo (Biancaneve canto nel 1938 e nel 1972), Giulio Panicali e Romano Malaspina (il principe nel 1938 e nel 1972), Tina Lattanzi e Benita Martini (Grimilde nel 1938 e nel 1972), Dina Romano e Wanda Tettoni (la strega nel 1938 e nel 1972), Olinto Cristina e Roberto Bertea (Dotto nel 1938 e nel 1972), Amilcare Pettinelli e Manlio Busoni (Brontolo nel 1938 e nel 1972), Gianni Mazzanti e Giancarlo Maestri (Pisolo nel 1938 e nel 1972), Gero Zambuto e Vittorio di Prima (Eolo nel 1938 e nel 1972)

Sinossi:

C’era una volta Grimilde, una regina bellissima e malvagia, dedita alla magia nera, che era invidiosa di chiunque potesse attentare al suo fascino, come la principessina Biancaneve, che mise a fare la sguattera vestita di poveri stracci. Malgrado il suo aspetto dimesso, Biancaneve era amata dai suoi amici animali e, oltre ad essere bellissima, aveva una voce d’angelo, con la quale attirò un giorno un principe di passaggio.

Grimilde chiedeva tutti i giorni al suo specchio magico chi era la più bella del reame, ed un giorno lo specchio le rivelò che era Biancaneve la più bella di tutte. Per questo, la perfida donna incaricò un suo fido guardacaccia di portare la principessina nella foresta e di ucciderla, ma lui non ne ebbe il coraggio, e la piccola Biancaneve fu costretta a fuggire, in mezzo agli alberi, in un mondo ostile. Con l’aiuto degli animaletti del bosco, Biancaneve arrivò in una casina misteriosa e un po’ disordinata, che mise in ordine prima di addormentarsi. Al suo risveglio si trovò di fronte gli abitanti della casina, sette nani burberi e minatori, che dopo qualche perplessità la accolsero a vivere con loro.

Purtroppo però Grimilde interpellò di nuovo il suo specchio, che le rivelò che Biancaneve viveva nella casa dei nani. Trasformatasi in una spaventosa e vecchia strega, Grimilde andò da Biancaneve con una mela avvelenata, lasciandola come morta. Mentre fuggiva inseguita dagli animaletti e dai nani cadde in un burrone, ma per i sette nani e le bestiole del bosco non rimase altro che piangere la loro Biancaneve, mettendola in una bara di vetro.

Biancaneve e i sette nani: recensione del film 

Il principe che aveva incontrato tempo prima Biancaneve e non l’aveva mai dimenticata si recò nella foresta e volle dare un bacio alla bellissima fanciulla morta nella bara di vetro: Biancaneve si risvegliò, salutò i nani e gli animaletti, e poi andò a vivere, per sempre felice e contenta, con il suo principe nel suo castello.

Analisi

Primo film d’animazione di Disney, rimasto nell’immaginario di diverse generazioni, a cominciare da chi era bambino negli anni precedenti la Seconda guerra mondiale, Biancaneve e i sette nani è ancora oggi un classico e un capolavoro della storia del cinema tout court, al di là dei limiti dell’animazione. Un film amato ma anche odiato da Goebbels, che si dice ne fosse talmente ossessionato da essersene procurato una copia personale in un’epoca in cui non esistevano né vhs né dvd, e fu considerato per tutto il periodo di realizzazione come una follia da parte dello stesso Disney, perché non si erano mai visti lungometraggi d’animazione. I cartoni animati, fino a Biancaneve e i sette nani, venivano usati per gli stacchetti tra film e film.

Interamente disegnato ed animato a mano, con risultati ancora stupefacenti in un’era in cui sembra che senza computer non si possa più fare niente, Biancaneve e i sette nani si ispira ad una delle fiabe più cupe dei fratelli Grimm, che nella Germania di inizio Ottocento raccolsero storie di magia, mistero e orrore delle popolazioni rurali, un po’ come fece Italo Calvino oltre un secolo dopo in Italia.

Chiaramente ci sono modifiche nella trama, come avverrà sempre quando Disney si incontra con la letteratura alta e bassa: ma lo spavento e l’incanto rimangono sempre, e non è un caso che alcuni citino il Biancaneve e i sette nani disneyano come un esempio di cinema horror.

Carina ma decisamente di maniera la Biancaneve proposta, che diverrà sessant’anni dopo un’icona della linea per bimbe Le principesse: i punti di forza di questo primo lungometraggio sono la cura degli ambienti e dei disegni in particolare degli animaletti del bosco (che ospitano tra di loro, con un evidente errore spaziale, due procioni, specie caratteristica del Nord America), ma soprattutto i Nani e la regina Grimilde.

I sette nani, emblema di vizi e di virtù del genere umano e soprattutto di quello maschile, sono esilaranti e saggi, capaci di emozionare e di divertire, e sono loro i veri protagonisti del film, oltre che vere e proprie icone ormai dell’immaginario ancora oggi.

Grimilde, il cui personaggio era ispirato a Uta von Ballenstedt, oscura nobildonna medievale teutonica ancora oggi immortalata nel duomo di Naumburg, e ancora di più ad Erzsebeth Bathory, la contessa ungherese che sacrificava giovani fanciulle in nome dell’eterna giovinezza, spaventa ed affascina fin dalla sua prima comparsa, ed è capace di terrorizzare ancora oggi nella scena epica e terrificante della metamorfosi in strega orrenda, votata come una delle più spaventose della storia del cinema, insieme al brano de La notte sul monte Calvo di Fantasia sempre di Disney.

Certo, ci sono alcuni pezzi che sentono degli anni passati, in particolare quelli cantati dalla stessa Biancaneve (la marcia dei Nani è ancora deliziosa oggi), ma Biancaneve e i sette nani è e resta un must nella videoteca di ogni appassionato di cinema tout court, di animazione, e anche di folklore e immaginario.

Da segnalare, per gli amatori, che in Italia uscirono alcuni fumetti ispirati a Biancaneve, molto ben fatti, che presentavano una specie di seguito: uno in particolare, Biancaneve e il mago Basilisco, rappresenta una continuazione in pieno stile del film, ed è da provare a cercare, se non lo si è ereditato da qualche bambino o bambina degli anni Trenta, magari nei mercatini o su Ebay.

Per incantarsi, spaventarsi e divertirsi, a qualsiasi età, Biancaneve e i sette nani è e resta un appuntamento irrinunciabile, disponibile tra l’altro in dvd con extra e altri contenuti piuttosto interessanti e intriganti.

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