“Più la macchina produttiva è grande e più dovrebbe essere semplice girare”, esordisce così Sydney Sibilia, regista di Smetto Quando Voglio Masterclass, durante la presentazione del film a Roma, alla domanda relativa alla produzione più grande e ricca che lo ha sostenuto nella realizzazione del film, sequel di Smetto Quando Voglio (2014). “La vera difficoltà l’abbiamo trovata nel fatto che alcune scene non avessero uno storico, non erano mai state fatte prima, quindi abbiamo dovuto inventarci un modo per realizzarle, ma è stata anche la cosa più entusiasmante.”

 

Il film, in cui i ricercatori capitanati da Edoardo Leo tornano in pista, ha questa volta caratteristiche diverse, rispetto al primo sperimentale progetto. La scommessa vinta del 2014 si è infatti tramutata in una trilogia in cui il secondo (Smetto quando Voglio Masterclass) e terzo (Smetto Quando Voglio Ad Honorem) capitolo sono stati girati back to back, secondo il modello americano. Nella realizzazione di questo dittico, girato contemporaneamente, si inserisce anche l’Università La Sapienza, che ha collaborato attivamente con la produzione. All’incontro è intervenuto anche Mario Morcellini, Professore Ordinario in Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi presso ‘La sapienza’, che ha dichiarato: “Questa roba ci piace, anche se noi universitari non parliamo così. Ma capisco la presa in giro e ci sta. Mi piace la contaminazione dei linguaggi e mi piace la cross-medialità, infatti dal film è stato tratto un fumetto.” Il fumetto a cui fa riferimento il docente è quello che sarà disponibile dal 30 gennaio in edicola con Gazzetta dello Sport, sceneggiato da Roberto Recchioni e illustrato da Giacomo Bevilacqua, con quattro cover variant ad opera di Giacomo Bevilacqua, Roberto Recchioni, Riccardo Torti e Zerocalcare.

Smetto Quando Voglio Masterclassil trailer

Massiccia la presenza del cast all’incontro: Edoardo Leo, Valerio Aprea, Paolo Calabresi, Libero De Rienzo, Stefano Fresi, Lorenzo Lavia, Pietro Sermonti, Marco Bonini, Rosario Lisma, Giampaolo Morelli, Greta Scarano e Valeria Solarino hanno tutti partecipato alla conferenza, elogiando soprattutto il taglio action del film, in cui molti dei partecipanti si sono dovuti cimentare in scene d’azione insolite per una pellicola di casa nostra. Cosa che non è sfuggita all’analisi di Leo che ha dichiarato: “Non puoi certo dire di no ad azioni del genere, noi italiani non abbiamo mai scene d’azione, io personalmente penso che l’esame con Morcellini all’università sia il top delle mie azioni pericolose”.

Sempre Leo prosegue, illuminando i protagonisti veri del film, questi ricercatori che non sono in grado di spendere il proprio sapere e che sono costretti, un po’ per necessità, un po’ per noia, a intraprendere una carriera alternativa. L’attore ha dichiarato di non avere idea della quantità di professionalità che in Italia resta in ombra, incapace di poter impiegare le proprie conoscenze, ironizzando poi: “Speriamo di non dover diventare un modello. Se i ricercatori sono costretti, per avere un’opportunità, a inseguimenti su motociclette e scazzottate in treno stiamo messi malissimo”.

Per quanto riguarda i modelli del film sono stati presi da Sibilia dal suo background cinematografico, a partire dai film italiano degli anni ’70, fino alle grandi saghe internazionali che hanno caratterizzato un po’ l’infanzia di tutti quelli che, come il regista, sono nati o cresciuti negli anni ’80. Per quanto riguarda i toni del film, decisamente virati su quelli della commedia, nonostante l’azione e gli omaggi ai poliziotteschi anni ’70, come detto, il regista ha le idee chiare: “Si tratta del genere che a me è più congeniale in questo momento storico, ma a me piace raccontare astorie, per cui chissà per il futuro.”

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