In Loving siamo nella Contea di King and Queen, nel cuore della Virginia, e lungo una strada di campagna, in piena notte, due automobili procedono a passo d’uomo e a fari spenti. Appena avvistata la casa del loro obiettivo, accostano, si fermano; dagli abitacoli scendono due ufficiali e lo sceriffo della contea, che iniziano a camminare con passo felpato e un’arma in ogni mano. Bastano pochi colpi ben assestati per compiere un’irruzione, pochi istanti per ritrovarsi prepotentemente nella vita e nel mondo degli altri, nella loro intimità. Quella notte del 1959, davanti alle bocche da fuoco e alle torce degli agenti, si ritrovano Richard e Mildred Loving. Sono due modesti cittadini americani, gente su cui l’intera storia del continente si fonda, che senza saperlo sono destinati a iniziare un viaggio infernale di persecuzioni legali, denunce, tribunali, minacce di arresto, avvocati, fughe in piena notte, bambini nati quasi per strada, in un raro momento di respiro. La loro colpa, secondo lo Stato della Virginia dove risiedono, sono due e particolarmente gravi: sono protagonisti di un matrimonio interraziale, celebrato per di più in uno Stato terzo, due cose affatto tollerate all’epoca.

 

Loving, il film

LovingAnche se oggi sul piano dei diritti civili abbiamo fatto tantissimo cammino, e vecchie leggi come queste ci fanno quasi sorridere, non bisogna mai dimenticare che tanti passi in direzione del progresso sono stati percorsi anche grazie a pionieri come i due protagonisti di Loving, che hanno portato la loro storia sul tavolo della Corte Costituzionale degli Stati Uniti e hanno vinto la loro battaglia dopo immani sofferenze. Vittorie che vanno oltre la mera politica, oltre il mero dibattito, e sfociano direttamente nell’amore incondizionato, altissimo, che tanto ha colpito Jeff Nichols. Il regista dell’Arkansas, divenuto famoso al grande pubblico dopo quel piccolo gioiello chiamato Take Shelter, è rimasto incastrato nella storia della famiglia Loving dopo aver visto un documentario HBO; spinto dalla moglie, non ha poi potuto fare altro che scrivere su carta “una delle storie d’amore più pure della storia americana”.

Il risultato è Loving, un film volutamente semplice, lineare all’estremo, per stessa ammissione del suo autore “privo di complicanze, di parole non dette, di significati fra le righe”, poiché il suo unico obiettivo è di mostrare al pubblico la storia di due piccoli grandi uomini, di raccontare come il sentimento, il coraggio e la perseveranza possano portare a conquiste eterne, raccolte ora nei libri di storia. Nonostante Loving non abbia i tornado e i sogni allucinati di Take Shelter, i toni cupi e maledetti di Mud, gli alieni illuminati di Midnight Special, e sia per forza di cose un “figlio minore” di Nichols, è innegabilmente girato in maniera impeccabile, con tempi del racconto ben dosati e due protagonisti meritevoli di un premio per la recitazione.

Ruth Negga, promettente attrice etiope, è una madre amorevole, timorosa ma mai scomposta, Joel Edgerton, che ha bisogno di ben poche presentazioni, è un padre di ferro con un cuore tenero, un uomo del sud con carattere e sguardo schivo, racchiuso in un’interpretazione da fuoriclasse. Chi ha amato il regista per i suoi lavori precedenti, probabilmente si troverà questa volta stranamente spiazzato, ma è una storia che è importante ascoltare; a sessant’anni dai fatti narrati nel film, il panorama è sì cambiato, ma non il vizio di calpestare alcuni diritti civili che dovrebbero invece essere sacrosanti. Riusciamo sempre a imparare poco dalla storia.

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