Diana – La storia segreta di Lady D: recensione del film

Diana - La storia segreta di Lady D

Oliver Hirschbiegel torna ad occuparsi di un personaggio storico in Diana – La storia segreta di Lady D, dopo La Caduta, film del 2004 in cui aveva brillantemente raccontato gli ultimi dieci giorni di Hitler. Questa volta lo fa analizzando un soggetto in sostanza contemporaneo, una sfida ancora più difficile da vincere, per di più nel caso di una figura iconica come quella di Diana Spencer. Scendere a un livello più intimo e privato, soffermandosi particolarmente sulla sua relazione col cardiochirurgo Hasnat Kahn, di cui ben poche informazioni sono di pubblico dominio, poteva essere un’arma a doppio taglio. Da una parte la scelta consentiva una certa libertà creativa agli sceneggiatori, dall’altra la pellicola rischiava pericolosi scivoloni nella caratterizzazione del personaggio.

 

Diana – La storia segreta di Lady D è il racconto degli ultimi due anni di vita della Principessa del Galles, divisi tra la sua relazione con il medico di origine pakistana Hasnat Kahn e la ricerca dell’equilibrio interiore che le consentirà di ottenere successi planetari a livello pubblico.

naomi watts diana

Nonostante il discreto impegno nello studio della mimica e della voce compiuto da Naomi Watts, è proprio questo ciò che accade. Le colpe, più che nella performance della coraggiosa attrice, vanno ricercate tra gli sceneggiatori. Perché se è vero che alla Watts mancano gli occhi e l’aria malinconica di Diana, la sceneggiatura risulta  terribilmente piatta. Il tentativo di sottolineare la profondità e la sfaccettatura della principessa ottiene a tratti l’effetto diametralmente opposto, presentandoci una donna all’apparenza superficiale, proprio a causa dello script depauperato di sentimenti profondi ma, al contrario, piuttosto ricco di cliché da telefilm romantico pomeridiano.

La stratificazione della principessa, la sua fragilità e le sue contraddizioni emergono solo in parte, sovrastate per lunghi tratti da una storia carente.  Anche Naveen Andrews, pur riuscendo a donare un pizzico di simpatia al personaggio di Hasnat Kahn, soffre degli stessi problemi della più talentuosa collega. I due attori svolgono il loro compito con l’impegno e l’accuratezza necessari, impotenti di fronte ad un copione così poco curato.

Diana – La storia segreta di Lady D non è un biopic sulla principessa di Galles ma, fondamentalmente, una storia d’amore e come tale va trattata per non rimanere delusi. Tuttavia, pur dimenticandosi della contiguità narrativa con le vicende vissute dalla vera Lady D, l’opera pecca anche nella sua definizione di dramma romantico, scadendo in dialoghi banali, privi di pathos, incapaci di insinuarsi nelle pieghe emotive dello spettatore. La pellicola è, in definitiva, un completo passo falso per Oliver Hirschbiegel, dopo le esperienze positive di The Experiment e, appunto, La Caduta.

 

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