I due volti di Gennaio: recensione del film

Arriva al cinema I due volti di gennaio il film diretto da Hossein Amini, con Viggo Mortensen e Oscar Isaac.

 

All’inizio degli anni ‘60 l’affascinate consulente d’affari Chester e la seducente moglie Colette, durante una vacanza in Grecia, fanno la conoscenza del misterioso Rydal, una guida turistica che sembra nascondere un nebuloso passato. Fra il giovane e la donna subito si instaura un’attrazione latente che non manca di suscitare la gelosia del marito, il quale sembra anch’egli avere dei pericolosi segreti alle spalle. Una sera, dopo essersi reso responsabile dell’omicidio accidentale di un uomo, Chester chiede aiuto a Ryndal per risolvere la questione, trascinandolo con se in un vortice di pericolo e di menzogne che legheranno a filo dopo il destino dei due uomini.

Ispirandosi al romanzo omonimo di Patrice Highsmith ed attingendo palesemente dalle atmosfere retrò del cinema noir, con I due volti di Gennaio l’esordiente Hossein Amini lascia la penna da sceneggiatore e si cimenta direttamente con la regia di I due volti di Gennaio, una pellicola di torbidi segreti e spionaggio veccia maniera che si dimostra ampiamente debitrice delle atmosfere hitchockiane di capolavori come L’uomo che sapeva troppo e Delitto per delitto, senza però mancare di dimostrare una sorprendente dose di originalità narrativa e ben dosate prove di eccellente regia. La sceneggiatura, scritta dallo stesso regista iraniano, si muove sulle direttrici del thriller puro mescolato con venature di poliziesco anni ’30 in cui tutti tipi del genere, come il ritorno del passato, il mistero sepolto e la catena di colpa, tornano puntualmente alla luce, mostrandosi però sotto la fresca lente di un ritmo serrato e colpi di scena non propriamente originali ma di solida coerenza.

Il fascinoso Chester, interpretato da un pacato e nebuloso Viggo Mortesen che richiama il classico antieroe hard-boiled, si presenta in una facciata di opulenza e brillante sicurezza, quando in realtà dietro di se trascina le scorie di un’esistenza criminosa e tutt’altro che impeccabile. Ryndal incarna il suo alter-ego giovanile, un ragazzo dedito all’imbroglio ma non ancora contaminato dal vero male che si annida dietro le proprie azioni, il tutto grazie anche al tipico fascino indecifrabile di Oscar Isaac. Colette infine, spogliata dagli attributi di femme fatale, appare con le sinuose sembianze di un’eloquente Kristen Dunst, giovane piena di vita che non si sforza troppo di celare la sua attrazione verso il nuovo bel tenebroso.

Amini regge bene le fila di un racconto in cui niente è come appare, dove il binomio sodalizio-tradimento si esplicita in un legame inossidabile fra i due protagonisti, i quali si trovano a dipendere l’uno dall’altro per poter sopravvivere alle loro azioni, frutto dell’intenzione ma soprattutto del fato. I due volti di Gennaio è incalzante e ben confezionato, dedicato agli amanti del vecchio cinema di genere ma anche a coloro che vogliono godersi una storia classica in cui attrazione, colpa e suspence finiscono per viaggiare assieme, legati a filo doppio.

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