
È proprio questa povertà dell’impianto narrativo che rende il film poco interessante, gli spettatori più piccoli si sono ormai abituati ad un tipo di cinema completamente diverso da quello di qualche anno fa, fatto anche di gag esilaranti che loro ben comprendono, di personaggi davvero cattivi ma creati in modo da non spaventare. In L’Ape Maia invece la storia, come chi la percorre, non è abbastanza forte da reggere il passo con le nuove proposte dell’animazione internazionale. I personaggi, quelli di sempre come la cavalletta Flip e Willy l’inseparabile amico di Maia, non hanno spazio sufficiente, in una vicenda così costretta, per tirare fuori le peculiarità che li caratterizzavano nella serie televisiva. Dal punto di vista visivo, inoltre, la scelta di realizzarlo in computer grafica certo non aiuta l’effetto “nostalgia” che certo si prevedeva di risvegliare con questo film, Maia e i suoi comprimari risultano freddi e troppo diversi dagli originali. A poco vale l’uso della voce di Antonella Baldini, doppiatrice della piccola ape anche nella versione televisiva, per rapire davvero i bambini del presente e del passato che sono cresciuti con le avventure di Maia e dei suoi amici.
