Padroni di Casa

In Padroni di Casa Elia e Cosimo sono due muratori; vengono chiamati per un lavoro dalla vecchia gloria della musica pop italiana Fausto Mieli, in odore di rientro dopo anni di forzato esilio dovuto alla malattia invalidante della moglie Moira. Il cantante abita in uno sperduto villaggio nell’appennino tosco emiliano dove vivono personaggi chiusi e montanari che guardano all’arrivo dei due romani con curiosità ma anche con diffidenza. Una serie di sfortunati eventi complicherà quello che doveva essere un semplice lavoro di ristrutturazione.

 

Padroni di Casa, il film

Edoardo Gabbriellini, noto soprattutto per la sua interpretazione all’esordio in Ovosodo di Paolo Virzì, è alla sua opera seconda dopo l’esordio con B.B. e il cormorano, e cerca di infrangere le regole del quasi esordiente, che lo vorrebbero cauto nella scelta del soggetto e nell’uso degli attori. La storia, scritta a quattro mani anche con Valerio Mastandrea, uno dei protagonisti, insieme a Elio Germano, Gianni Morandi e Valeria Bruni Tedeschi, inizia, come tiene a sottolineare lo stesso regista, come una commedia leggera per sfociare nel tragico. Il vortice in cui cadono i personaggi a partire dalla rottura di un mosaico, fatto guarda caso a spirale, porta ad una situazione di caos che sfugge ad ogni controllo.

La tensione in Padroni di Casa aumenta mano a mano che le differenti estrazioni, caratteri e ambizioni dei personaggi vengono a galla, mettendo a nudo la preoccupante facilità con cui cinismo, paura e violenza possano invadere di colpo le nostre vite. Una normale due giorni di paura, ad eccheggiare il tranquillo week-end realizzato da John Boorman un paio di decine di anni fa, ma il tutto rinchiuso in un ambiente che dovrebbe essere aperto, un parco nazionale, che diventa invece trappola altamente claustrofobica che ricorda anche l’ineluttabilità della violenza e la semplicità con cui ci si arriva che troviamo nel cinema di Michael Haneke, ad esempio.

Le due assi sulle quali si muove il film sono quelle della tolleranza e della decenza, ad un estremo, del fastidio e dell’insofferenza dall’altro. Estremi che la società ci ha insegnato, attraverso l’educazione e l’informazione, a tenere lontani dall’emergere, occultati da un sorriso cordiale seppur falso e da un costante evitare di affrontare le proprie ossessioni e dipendenze, dall’altro. Il punto di non ritorno è facile da superare se solo quello che ci mantiene uomini sociali viene a mancare.

Padroni di Casa esce la prossima settimana, a partire dal 4 Ottobre, in 150 copie, ed ha anche una particolarità nella locandina, scelta dallo stesso regista per realizzare la quale è stato chiamato un gruppo di designer milanesi.

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