The Possession recensione film

E’ il danese Ole Bornedal a condurre le danze di The Possession, nuova opera horror prodotta da Sam Raimi. The Possession – Titolo agghiacciante e trama ispirata ad una storia vera, al contrario di come dovrebbe essere, questo film alleggerisce i contenuti e riesce addirittura a regalare qualche sorriso e la parvenza di un’opera dai tratti solamente un po’ più animati. Clyde, interpretato da Jeffrey Dean Morgan, si è appena trasferito in una nuova abitazione a seguito del divorzio con Stephanie Brenek (Kyra Sedgwick). Di tanto in tanto porta con se le sue bambine, per trascorrere assieme i weekend nella nuova abitazione. In un mercato dell’usato, Em, la più piccola, trova una scatola di legno, curiosamente intagliata con simboli di una lingua strana.

 

Sarà la scatola a dominare l’intero film, a fare da protagonista e a determinarne l’intero plot della storia. Non si tratta di un semplice soprammobile ma di una scatola Dibbuk, un contenitore di spiriti maligni, utilizzata nella tradizione ebraica per intrappolare il male ed evitare che si propaghi tra le persone.

The Possession, il film

The Possession

L’idea creativa di The Possession, si narra, nacque da un articolo del Los Angeles Times, pubblicato nel 2004, in cui un uomo mise in vendita su ebay una scatola Dibbuk. Molte furono le reazioni che seguirono questa diffusione di notizia su internet, e tanti supplicarono il proprietario di eliminare l’immagine e quindi l’annuncio perché fonte di sentimenti e stati d’animo negativi. Sam Raimi affascinato da questa storia, che suscita nell’uomo il terrore per l’ignoto e l’assenza di difese dagli esseri soprannaturali, decise di trasformarla in un film e di sconvolgere la quotidianità di una famiglia americana con eventi inspiegabili.

Animali strani che invadono gli spazi domestici, voci rauche che perseguitano i personaggi, caduta di capelli, forze soprannaturali che combattono l’istinto umano sono i primi indizi che regalano agli spettatori piccoli fremiti di paura. Eppure il film nel suo complesso sembrerebbe quasi il racconto di una storia drammatica, in cui il sarcasmo e la simpatia di Jeffrey Dean Morgan interrompono scene di monotonia e disagio familiare. Il soprannaturale si inserisce nelle vicissitudini domestiche senza però lasciare una traccia fonda e perturbante.

La bambina che dà segni di follia e si tramuta in un essere inspiegabile, il cui spirito si diverte ad assaggiare le forme di più personaggi, non eccita ma sconvolge il pubblico e regala quasi una lezione di folklore popolare e religioso. Una cornice curata a dovere fatta di inquadrature introspettive ed effetti sonori ad hoc contribuiscono ad accrescere la suspense e motivare il pubblico a slegarsi dalla razionalità. Più intimoriti dalle storie reali e dall’oggetto vero, sembra quasi che i produttori si siano mantenuti cauti nello sbilanciamento esoterico della trama, regalando un film dotato di un incipit raccapricciante e un seguito, forse, solamente piacevole.

 

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