Upside Down: recensione del film con Kirsten Dunst

Upside down

Upside down è il film di Juan Solanas con protagonisti nel cast Kristen Dunst e  Jim Sturgess. In Upside down quando l’amore è stretto nella morsa di due forze di gravità avverse e la passione stravolta dalla divaricazione di pianeti paralleli e incapaci di comunicare, due fanciulli imparano ad amarsi dagli estremi speroni dei due mondi incompatibili e a rincorrere un sentimento che fluttua in un caos gravitazio-generazionale.

 

Upside down, diretto da Juan Solanas, è tutto questo, una fiaba d’amore in uno scenario apocalittico, che si affida al candido sguardo dei due protagonisti, Adam (Jim Sturgess) e Eden (Kirsten Dunst), trasognate creature innamorate di un amore etereo, esistente solo in una dimensione ideale, in cui la coagulazione di materie distinte, può stabilizzare la forza di gravità, dissonante e ballerina, in un’unica ed equilibrata soluzione.

Adam vive nel lugubre e degradato mondo di sotto, nell’ombra del ricco e sfavillante mondo di sopra, il regno della sua adorata Eden. Convivere non si può, i privilegiati ed eletti abitanti del mondo superiore non possono essere inquinati dal marciume di un mondo di rango inferiore. L’unico trait d’union possibile? Un amore viscerale, in grado di scompaginare le leggi dell’universo. Adam troverà un escamotage – l’invenzione di una crema anti-età – per andare a lavorare alla società Transworld (unico ponte tra i due mondi) e riabbracciare la sua amata.

Upside down, romanticismo a prova di gravità

Ma dopo dieci anni, la Eden che si troverà di fronte non è più la fanciulla sognatrice di cui si era invaghito, ma una donna la cui labile memoria ha ormai cancellato i suoi più tiepidi ricordi. Quando la voce off di Adam ci introduce con tono melenso e celebrativo la vicenda che lo vedrà protagonista, iniziamo già a pensare di trovarci di fronte all’ennesima storia d’amore sciropposa e ingiustamente contrastata dalle forze del male, dell’universo o di chissà quale altra entità sovrumana. Poi che si tratti di umani, vampiri o zombie, è solo un dettaglio, tutto il resto è un dejavù! E invece, dopo un avvio un pò frettoloso e banale, la pellicola riesce a sorprenderci piacevolmente, catapultandoci in una dimensione pluristratificata, eccitante e quasi mitologica, un cortocircuito di boschi e  radiosi skyline, bagnati da avvolgenti oceani.

Una storia d’amore, concepita in un contest assolutamente originale, che affascina, favorisce la più sfrenata immaginazione, induce uno stato di catarsi visiva. E se poi a fluttuare tra i meandri dei due mondi alla rovescia sono due volti come quelli dell’elfo Sturgess e della principessina Dunst, la cornice favolistica è assicurata. Fin qui tutto bene, se non fosse che a parte il fulgido affresco del loro amore tormentato, non c’è molto altro. La storia della forza di gravità, debellata solo con la reunion di due materie appartenenti ai due mondi, nascondeva spunti molto interessanti, peccato che non siano stati sviluppati in modo da creare le giuste suggestioni e dare mordente ad una storia, diventata così solo una tra le tante. Questioni narrativamente godibili, lasciate in sospeso senza un perché, e un finale totalmente da riscrivere, imprevedibile nella sua estrema banalità.

Upside down è un film riuscito solo per metà. Alla suggestione della collisione tra due mondi di razza diversa, Juan Solanas non riesce a far corrispondere un’adeguata combinazione di ardita dialettica e robuste idee.

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