Sils Maria: recensione del film di Olivier Assayas

Sils Maria

Tornare in scena dopo tanti anni, e non ritrovarsi più nel personaggio. Non ritrovare più la persona che si è e avere paura di scoprirlo. Sils Maria, di Olivier Assayas, è questo e tanto altro. Con una superba Juliette Binoche, affiancata da Kristen Stewart e Chloe Grace Moretz, Sils Maria arriva al cinema dopo un acclamato passaggio al Festival di Cannes.

 

Maria Enders (Juliette Binoche) è diretta in Svizzera per ritirare un premio per conto di Wilhelm Melchior, grande amico drammaturgo che la scoprì a 18 anni con l’opera Maloja Snake, ma poco prima di arrivare le giunge la notizia della sua morte. Affranta e un po’ restia, viene convinta da un giovane regista, e sotto consiglio di Valentine (Kristen Stewart), a prendere parte ad una nuova produzione teatrale della commedia che aveva portato in scena vent’anni prima, dove interpretava Sigrid, una giovane assistente che spinge al suicidio il suo capo, Helena. Ed è proprio quest’ultimo ruolo che le viene proposto, affidando la “sua” Sigrid a Jo-Ann Ellis (Chloe Grace Moretz), un’attrice in ascesa sempre al centro del gossip.

Sils Maria film

Sils Maria è un film dove tutto è un gioco di specchi, il riflesso di qualcosa che è o è stato. Il film racconta il difficile percorso di crescita di una donna che non riesce ad affrontare il tempo che passa: per Maria non è semplice abbandonare il ruolo di Sigrid perché in Helena vede e critica dei difetti che non è pronta ad ammettere su stessa. La storia tra Sigrid e Helena si rispecchia nel rapporto simbiotico di Maria e Valentine, coinvolgendole più del previsto, ma anche nel rapporto con Jo-Ann. La stessa Jo-Ann ricorda una Kristen Stewart degli inizi dell’era Twilight.

L’attrice, molto a suo agio in questo ruolo, sembra quasi affidi alla voce di Valentine continui riferimenti a come può travolgere il successo e come il pubblico giovane può reagire al gossip nell’era di internet, ma anche all’abilità di riuscire a rimanere se stessi anche se con tanta pressione da parte dei media (vedi la Stewart che calca i red carpet più importanti del mondo in vestito da sera e Converse!). Chloe Grace Moretz ritrae al meglio questa gioventù bruciata di Hollywood, rimanendone per fortuna fuori, e Juliette Binoche, talmente bella che è quasi poco credibile nell’insicura Maria, da grande attrice qual è, affronta il ruolo con eleganza e intelligenza.

Olivier Assayas ci trascina in questa sua narrazione, semplice ma sfaccettata, dove a farla da padrona sono le diverse chiavi di lettura che lui offre ma che spetta solo allo spettatore accettare. Perché Sils Maria va goduto soprattutto nel “non raccontato”, un modo per dare a noi l’opportunità di interpretarlo come meglio preferiamo.

 

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