Strane storie si intrecciano. Jason, un cameramen vuole dirigere un film dell’orrore, ma per convincere un produttore deve trovare l’urlo più convincente che si sia mai udito in una sala cinematografica. Un conduttore televisivo vestito da lurido topo di peluche comincia a grattarsi in diretta, convinto di essere affetto da una terribile forma di eritema. Una bambina trova una misteriosa videocassetta nelle interiora di un cinghiale cacciato dal padre. Cosa lega le stranianti vicissitudini di questi personaggi?

Gli interpreti Alain Chabat, Jonathan Lambert, Elodie Bouchez e tutto il resto del cast appaiono naturali ed estremamente convincenti nel vestire i panni di personaggi assurdi, alle prese con le proprie ossessioni e con le rispettive visioni. Su tutti, come un beffardo demiurgo, svetta il personaggio del regista che rivendica prepotentemente la politica dell’autore in un film che mescola finzione e verità in un ambiente lontano anni luce dal cinema libero, quello fatto di idee ed espressione pura, dove questo non sarebbe, o non è, neanche minimamente pensabile.

