La regista iraniana
Rakhshan Banietemad ci racconta il suo Paese oggi,
attraverso storie, racconti spezzettati e personaggi/persone
all’interno di una società vivace, attiva e brulicante di piccole
racconti che aspettano solo di essere portati alla luce. Lo fa in
Tales (in originale
Ghesseha), presentato in concorso alla
71esima edizione della Mostra Internazionale del Cinema di
Venezia.
Ogni racconto, nel film della Banietemad, ci conduce in quello successivo, che non ha nessun legame con il precedente e ci racconta altre difficoltà, altre sofferenze, altre storie, appunto, immerse però nello stesso contesto brulicante e vivace. Figura ricorrente del racconto generale è il reporter, colui che film ogni accadimento e lo rende in qualche modo immortale, perchè i filmati, verranno comunque visti da qualcuno che sarà pronto ad accogliere il messaggio trasmesso, anche se chi li ha realizzati non ci sarà più.
L’intenzione della regista
è quindi metterci, forse, davanti ad una realtà di cui siamo
testimoni ma sulla quale non abbiamo assulutamente controllo, un
flusso continuo di vita che a volte annoia, altre volte coinvolge
ed emoziona, esattamente come la vita di ogni giorno in ogni angolo
del mondo. Certo l’occhio privilegiato, la sensibilità della
regista, va a scovare situazioni che sono rappresentative dell’Iran
di oggi, proponendo dinamiche a volte lontanissime dalla cultura
occidentale, ma che allo stesso tempo ci accomunano ad ogni
personaggio, uomo e donna, che finisce sotto l’occhio della
camera.