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Festa di Roma 2015: Au plus près du soleil recensione del film

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Au plus près du soleil è un dramma francese virante alla tragedia greca più nera, che ricorda da vicino opere come l’Ippolito portatore di corona oppure il classico Edipo Re, del quale richiama in qualche modo atmosfere, suggestioni e sensazioni mescolandole sapientemente- grazie alla regia di Yves Angelo– ad altre provenienti direttamente dall’universo del noir, e in particolare dalle storie scritte da Simenon. Tutto questo per raccontare la storia di una coppia, Sophie (magistrato) e suo marito Olivier (avvocato): entrambi si muovono nel sottobosco del mondo giudiziario e sono alle prese con casi complessi. La loro esistenza borghese viene sconvolta quando la donna si imbatte nel caso di Juliette, accusata di aver indotto il suo amante all’omicidio. La scoperta che è lei la madre del figlio che avevano adottato diciotto anni prima si abbatte sulle loro vite, soprattutto quando l’uomo comincia ad avere dei contatti con l’altra donna, l’estranea, traghettandola lentamente nella loro vita e innescando una pericolosa catena di eventi autodistruttivi.

Au plus près du soleil 1Angelo parte da presupposti curiosi e morbosamente interessanti per tessere le fitte trame di questo dramma, che ha su carta tutti gli elementi utili per tenere alta l’attenzione dello spettatore: purtroppo decide di abbandonare il tocco più “dark” per avvicinarsi invece ai toni della pura tragedia, disperata e disperante, a base di amori dati e non ricevuti, gelosie, drammi di uomini e donne comuni alle prese con eventi più grandi di loro che non sanno gestire, con il risultato che la narrazione ne risulta appesantita, rarefatta tra i dedali ciechi delle sue inquadrature ricercate e vicine alla sensibilità della nouvelle vague, tra primissimi piani e bruschi stacchi di montaggio, affiancati a veri e propri momenti di “poesia creativa”, dove il tempo viene sospeso e le immagini si dilatano sullo schermo inglobando lo spettatore.

Spettatore che viene messo nella condizione di un voyeur impotente delle macabre vicende che si abbattono su questi quattro personaggi, dimostrazione vivente di come piaccia- e anche parecchio- al destino giocare a dadi con le vite degli altri.

Sommario

Angelo parte da presupposti curiosi e morbosamente interessanti per tessere le fitte trame di questo dramma, che ha su carta tutti gli elementi utili per tenere alta l’attenzione dello spettatore: purtroppo decide di abbandonare il tocco più “dark” per avvicinarsi invece ai toni della pura tragedia, disperata e disperante, a base di amori dati e non ricevuti, gelosie, drammi di uomini e donne comuni alle prese con eventi più grandi di loro che non sanno gestire
Ludovica Ottaviani
Ludovica Ottaviani
Ex bambina prodigio come Shirley Temple, col tempo si è guastata con la crescita e ha perso i boccoli biondi, sostituiti dall'immancabile pixie/ bob alternativo castano rossiccio. Ventiquattro anni, di cui una decina abbondanti passati a scrivere e ad imbrattare sudate carte. Collabora felicemente con Cinefilos.it dal 2011, facendo ciò che ama di più: parlare di cinema e assistere ai buffet delle anteprime. Passa senza sosta dal cinema, al teatro, alla narrativa. Logorroica, cinica ed ironica, continuerà a fare danni, almeno finché non si ritirerà su uno sperduto atollo della Florida a pescare aragoste, bere rum e fumare sigari come Hemingway, magari in compagnia di Michael Fassbender e Jake Gyllenhaal.

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