Batman v Superman Dawn of Justice è arrivato nelle nostre sale, con un primo giorno da incassi record e con la prevedibile ondata di discussioni da parte di fan, nerd, lettori di fumetti e simpatizzanti che si schierano nettamente con il si e con il no. Perché ormai si sa, ogni grande blockbuster che arriva al cinema è solo l’evento scatenante per una “guerra (poco) civile” che si prolunga sui social network in maniera insistente, prolungata, spesso con toni che rasentano il fanatismo, appunto.

Ma perché il Batman di Ben Affleck ci ha messo tutti d’accordo? Probabilmente la prima risposta, quella che conta davvero, è che si tratta del personaggio che non ci aspettavamo. È più vecchio del “solito” Uomo Pipistrello cinematografico, è fisicamente più imponente, ma è anche rabbioso e violento, usa le armi e lascia dietro di sé dei morti. Allo stesso tempo si inserisce perfettamente nel modello superomistico di Zack Snyder, più di una volta rappresentato nei suoi film. Ma come mia questi tradimenti, per così dire, al personaggio cinematografico non hanno turbato troppo i fan? Perché si tratta effettivamente di un ritratto molto fedele all’originale di carta e inchiostro, una lettura milleriana del Cavaliere Oscuro che nessuno aveva portato al cinema prima d’ora, e che più di ogni altra riesce a rappresentare un personaggio a uno stadio molto particolare della sua vita in cui il dolore, la solitudine, la sofferenza hanno permeato completamente l’animo da eroe, lasciando uscire allo scoperto un vigilante spietato.

Quando Superman e Zod si scontrano distruggendo Metropolis, Bruce vede in queste potenze una minaccia da abbattere, un buon modo per compiere una missione, per avere effettivamente un lascito, che non sia una prossima generazione Wayne ma un’eredità a beneficio di tutto il mondo.

Il Batman di Ben Affleck è perfettamente in linea con lo stile del film: è massiccio, “maschio”, snyderiano potremmo dire, allo stesso tempo si confonde con le tavole di Miller e ancora, in borghese, nei panni di Bruce Wayne, conserva un fascino irresistibile e misterioso, che non lascia indifferenti le donne e che ammalia gli uomini. Un eroe inedito al cinema eppure tanto atteso dai lettori accaniti del vigilante di Gotham, un casting eccellente da parte di Zack Snyder che ha visto in Affleck il fisico, il carisma, le doti per mettere in scena la sua versione del Cavaliere Oscuro, uno smacco alle critiche e una profonda soddisfazione per Ben, che dalla sua carriera di attore ha sempre tratto minore successo rispetto invece alle soddisfazioni che gli ha dato la sedia di regia.
Che sia un grande attore o
no, il ruolo di Batman, di questo Batman, è stato scritto per lui e
sarà proprio lui a raccontarci al cinema, nei prossimi anni, il
portentoso leader della Justice League. Perché se
la solitudine e la sofferenza hanno creato il vigilante di
Batman v Superman Dawn of
Justice, la scoperta dei metaumani, l’amicizia con
Superman e la vicinanza di Wonder Woman saranno i pilastri per
riaccendere in lui la fiducia verso il genere umano, quello stesso
genere umano per cui alla fine dei conti vale la pena lottare.
Perché è a questo che servono gli eroi.

